A Genova un convegno che esalta il binomio tra dermatologia e social network
di Lorenzo Aluigi
L'obiettivo del dibattito, promosso da Sidep, è portare all'evidenza scientifica l'importanza del nesso tra pelle e psiche
Click al video per il servizio completo con le interviste: Anna Graziella Burroni (dermatologo, dirigente medico Policlinico San Martino Genova) e Mariella Fassino (dermatologo e docente a contratto psicologia clinica UniTo)
Il convegno organizzato da Sidep (società italiana psicodermatologia) all'AC Hotels di Genova Quarto ha puntato il focus sul legame ormai indissolubile tra dermatologia e social network.
La comunicazione in dermatologia è un tema di appassionante attualità in un dibattito che si articola tra la relazione medico-paziente, il rapporto mente-corpo e la collaborazione Interprofessionale. Con l’avvento delle tecnologie digitali, l’argomento si amplia e si arricchisce delle possibilità offerte da internet, whatsapp, corsi e convegni online, applicazioni per il dermatologo, fino alle ormai prossime realtà offerte da Chat GPT e dal metaverso.
Viviamo nel mondo della comunicazione, dalla biologia, alla psicologia, alla rete digitale. A livello biologico e psicologico abbiamo ormai assimilato che la pelle è un organo dove si incontrano e si scambiano informazioni il sistema immunitario, il sistema nervoso e endocrino in sempre più chiara connessione con la psiche. La rete digitale si sta sviluppando come irrinunciabile strumento di lavoro per il professionista e come complesso e talora confondente mezzo di confronto per il paziente. Le tecnologie digitali, permeandoci, talora ci sovrastano secondo un uso che semplificando molti passaggi della professione espongono a rischi e imprudenze nella gestione del contenzioso medicopaziente.
Il fulcro della relazione medico-paziente continua tuttavia ad essere quel flusso di informazioni e emozioni che si realizzano nel corso della visita, comunicazioni coscienti e inconsce, sensoriali e verbali, corporee e mentali che hanno per oggetto la pelle ma rimandano alla vita emotiva del paziente con le sue paure, speranze, angosce, aspettative, frustrazioni, rabbie e consolazioni inserite nella sua storia e nella relazione con il professionista.
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