Arcelor Mittal rescinde il contratto: "Troppe incertezze giuridiche e operative"
di Marco Innocenti
Il governo: "Convocheremo subito l'azienda. Non consentiremo la chiusura"
Alla fine i timori di tutti si sono materializzati: Arcelor Mittal ha reso noto di aver indirizzato ai Commissari Straordinari la lettera d'intenti per avviare la procedura di recesso dal contratto per l'acquisizione dell'Ilva, stipulato con lo stato italiano. L'Am InvestCo Italy ha infatti diffuso un comunicato nel quale annuncia di voler rescindere il contratto con cui il gruppo siderurgico ha un anno fa aveva acquisito, in prima istanza, l'affitto dell'intera azienda che conta, oltre all'acciaieria di Taranto, anche gli insediamenti di Novi Ligure e di Cornigliano.
"Gravi eventi, indipendenti dalla volontà della società - si legge nella nota stampa diffusa da Arcelor Mittal - hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare i necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto". Il riferimento è prima di tutto alla cancellazione della scudo penale decisa dal Parlamento ma anche al paventato spegnimento dell'altoforno numero 2, ordinato dal tribunale di Taranto se, entro il prossimo 13 dicembre, i Commissari non riuscissero a mettere in pratica alcune precise prescrizioni.
Adesso quindi la prospettiva è che Ilva torni di fatto allo stato che, come amministratore straordinario, ne detiene ancora i diritti di proprietà. Il pericolo però è soprattutto per i 10mila lavoratori che attualmente avevano un contratto a tempo determinato con Arcelor Mittal, contratto che si sarebbe trasformato in indeterminato solo nel marzo 2021, al completamento del processo di passaggio alla nuova proprietà.
Immediata anche la presa di posizione dei sindacati: "Significa che partono da oggi i 25 giorni per cui lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all'amministrazione straordinaria - si legge in una nota diffusa da Fim Cisl - Tra le motivazioni principali, il pasticcio del "Salva Imprese" sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica: non disinnescare bomba ambientale e unire bomba sociale".
Una fonte non meglio identificata interna al ministero dello sviluppo economico, afferma che "il governo non consentirà la chiusura dell'Ilva. Non esistono i presupposti giuridici per il recesso del contratto. Convocheremo immediatamente Mittal".
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