Arcivescovo Tasca a Telenord: "Pasqua invita alla speranza, cerchiamo i germogli del bene"
di Matteo Cantile
Verso le Comunali: "Noi faremo, penso ai primi di maggio, un incontro con tutti i candidati per condividere sogni e progetti"

Padre Marco Tasca, arcivescovo di Genova, rivolge gli auguri di Pasqua ai telespettatori di Telenord. "Non so se storicamente sia la Pasqua più difficile, magari durante il tempo di guerra veramente era forse più difficile. Io non ho avuto la possibilità, ma da quello che mi hanno raccontato i miei genitori che hanno vissuto la guerra, credo che sia stato un momento veramente difficile. Certo, è un momento difficile quello che stiamo vivendo: basta leggere i giornali o vedere un po' di televisione. Ma credo che non sia la cosa più importante vedere la fatica e le difficoltà. Forse la cosa più bella è cogliere quali segni di speranza, di fiducia, di domani, in questo nostro mondo stanno crescendo".
Volontariato -"Vedere le cose vuol dire che le cose non vanno. Potrebbero andare meglio, benissimo, ma non credo che sia un grande esercizio di futuro. Il grande esercizio di futuro è dire: ma quali germogli stiamo cogliendo? Io penso che nella nostra città un germoglio bellissimo, che io ho imparato a conoscere in questi anni, è il germoglio del volontariato. Quanta gente, quanti uomini e donne si prendono cura di uomini e donne più fragili, più deboli, più vulnerabili. È un segno bellissimo di questo germoglio, di questo futuro. E forse siamo tutti chiamati a cogliere tanti altri che certamente la nostra città e la nostra realtà ci stanno regalando".
Parole che feriscono e parole che guariscono - "È un concetto che prendo da Papa Francesco, lo ringrazio anche per questa intuizione bellissima che ha avuto. Le parole, le parole dette o scritte possono ferire, possono fare tanto male o possono fare tanto bene. Credo che siamo chiamati a crescere in questa consapevolezza. Perché il dire: "io dico quello che penso", bene. Ma pensa a quello che dici, pensa a che conseguenze ha, alle ferite o al bene che può fare. Allora credo che sia davvero un crescere in questa consapevolezza, che tutti, tutti possiamo essere corresponsabili di questo. Senza pensare appunto forse ai grandi che sono chiamati a fare scelte forse più grandi di noi – e per i quali io, almeno come credente, prego ogni giorno – prego ogni giorno che il Signore li illumini, tenga tre mani sulla testa per fare scelte davvero che siano per il bene comune. Ma tutti noi possiamo essere attenti al nostro modo di parlare, al nostro modo di agire, che può essere un modo molto violento. Credo che sia veramente un bello invito per tutti a prendere coscienza di questo".
Incontro con i candidati alla carica di sindaco - "Dal punto di vista della nostra comunità cristiana, noi faremo – penso ai primi di maggio – un incontro con tutti i candidati. È un momento al quale io ci tengo molto, perché è un'occasione per tutti coloro che si stanno proponendo ad animare la vita pubblica della nostra città, e qui parlo di "animare" e di "prendersi cura" della vita pubblica della nostra città. Abbiano un'occasione per trovarsi insieme, in maniera molto serena, in maniera da poter condividere sogni, progetti, fatiche, difficoltà, disagi".
Chiesa come punto di incontro - "La Chiesa si propone proprio di essere questo alveo nel quale anche pensieri diversi, situazioni diverse, progetti diversi possano incontrarsi. Il punto anche qui è il dire: sì, abbiamo progetti diversi. Bene, ma come siamo chiamati a mettere insieme, o a tentare di mettere insieme, per il bene di tutta questa città? E quando parlo di "tutti" e di "tutta questa città", l’unico modo che a me pare che abbiamo per includere tutti è partire dai più deboli, dai più fragili, dai più vulnerabili. Soltanto così includeremo tutti, altrimenti non sarà inclusione: sarà altro. Sarà altro, ma non sarà il prendersi a cuore tutti".
La parola “benedire” – "A questa parola noi diamo sempre un significato liturgico, almeno come credente – ed è vero, davvero che è così. Ma se penso all’italiano, “benedire” significa dire bene. Diciamo bene. Diciamo bene di noi, della nostra società, del nostro cammino, del nostro futuro. Questo non vuol dire essere ingenui, ma quanto bisogno abbiamo di sentire dire bene".
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