Chiavari, il sindaco Messuti: "Oltre 750 fragili residenti nelle aree a rischio idrogeologico. Nasce così protocollo d'intesa con protezione civile"
di Gaia Cifone
I primi dati del progetto pilota portato avanti dal Comune e dalla Asl4 che ha effettuato una mappatura delle persone che vivono in zone di emergenza
A Chiavari sono 9947 i civici presenti nelle aree a rischio idrogeologico e idraulico del torrente Rupinaro e del fiume Entella. 756 i cittadini fragili residenti, 45 quelli che abitano ai piani strada e sotto strada di cui 40 non hanno bisogno di assistenza diretta, 4 necessitano supporto per gli spostamenti e l’individuazione di un alloggio, un solo nucleo familiare per il trasporto.
Sono i risultati del progetto pilota avviato dagli uffici di Protezione Civile e dai Servizi Sociali del Comune di Chiavari insieme all’Asl 4. Un censimento che ha individuato le necessità dei soggetti più vulnerabili dal punto di vista sociosanitario, consentendo la creazione di una banca dati condivisa che ottimizzerà le operazioni di evacuazione assistita durante le emergenze.
Diversi i sopralluoghi effettuati per valutare ogni singola situazione e centinaia i questionari distribuiti per reperire maggiori informazioni sui singoli abitanti. Grazie a questi dati è stato possibile individuare gli alloggi disponibili, definire specifici accordi con le strutture locali, ampliare le convenzioni con le associazioni di volontariato per il trasporto soggetti non autosufficienti e aggiornare le procedure operative.
Il passo successivo è l’estensione del progetto agli altri scenari di rischio da inserire nella pianificazione di Protezione Civile comunale, come ad esempio gli incendi, il rischio sismico e il maremoto. Nasce così un protocollo d’intesa, della durata di tre anni, tra Comune e Asl 4 per il concorso nelle attività di Protezione Civile. Un documento che definisce i tempi e le modalità di monitoraggio della popolazione fragile, gli impegni a loro tutela e i flussi di informazioni tra i due enti.
“Pianificare e coordinare l’assistenza alla popolazione, con particolare attenzione alle persone fragili, è uno degli aspetti più importanti delle attività di Protezione Civile - spiega il sindaco Federico Messuti - Chiavari ha investito molto nel potenziamento del centro operativo comunale, migliorando il sistema di allentamento della popolazione e attivando collaborazioni significative con il CNR, Stelmilt e Asl4. Il censimento che porteremo avanti con l’azienda sanitaria locale è un esempio di quanto sia importante fare rete, per aumentare la conoscenza del territorio, per utilizzare risorse umane qualificate e per mettere in atto una pianificazione partecipata”.
“Grazie al censimento realizzato insieme al Comune di Chiavari disponiamo di una fotografia precisa e in continuo aggiornamento della comunità e delle fasce fragili più bisognose di aiuto, che permette di migliorare la capacità di intervento nelle situazioni di rischio – dichiara il Direttore Generale dell’Asl 4, Paolo Petralia -. Il piano presentato oggi è il primo risultato di una collaborazione destinata a proseguire, che ha interessato in particolare il Distretto Sociosanitario e il Sistema Informativo dell’Asl 4, con l’obiettivo di estendere ulteriormente la mappatura e condividere un piano di intervento complessivo”.
"Questo protocollo fa parte dell'accompagnamento a quei comportamenti di prevenzione che le Istituzioni devono garantire quando si verificano situazioni di pericolo - dichiara l'assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone - in questo caso legate al dissesto idrogeologico e quindi alle allerte meteo. Si tratta di una buona pratica di protezione civile, presentata anche nella settimana dedicata che si è appena conclusa come una delle più significative della Liguria. Per Regione la prevenzione è un cardine fondamentale e irrinunciabile nelle azioni di Protezione civile: lavorare in anticipo rispetto all'emergenza è sinonimo di salvaguardia della vita. Il mio plauso va quindi al Comune di Chiavari e Asl4, con l'auspicio - conclude Giampedrone - che questa buona pratica possa replicarsi sul nostro territorio perché conoscere il rischio e le più fragili o esposte ad un rischio potenziale significa poter salvare vite in caso di bisogno".
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