Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa alla presidenza: "Passo indietro per il bene dell'associazione", via libera a Orsini
di Stefano Rissetto
"Voglio mettere Orsini nelle condizioni ideali per la presidenza"
Alla vigilia della votazione di designazione, Edoardo Garrone ritira la propria candidatura alla presidenza di Confindustria, lasciando via libera a Emanuele Orsini, a questo punto unico a restare in corsa. Nei giorni scorsi dagli ambienti del presidente di Federlegno erano filtrate indiscrezioni su una convergenza a suo vantaggio del pacchetto di voti raccolti da Antonio Gozzi, escluso dalla votazione finale.
L'industriale genovese, patron di Erg, Sole24Ore e Istituto Gaslini, motiva così la sua scelta: "Per una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall'inizio".
Con una lunga lettera, "commosso ed emozionato", Edoardo Garrone annuncia: "La scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli".
"Prima di inviare questa lettera" - sottolinea Garrone, annunciando un passo indietro nella corsa per la presidenza di Confindustria - "ho informato Emanuele (Orsini, N.d.R.) della mia scelta, dei motivi che l'hanno determinata, della forte responsabilità a lui affidata e della certezza che il successo delle decisioni che prenderà con autonomia e responsabilità, e nel solco dei valori e fini condivisi, sarà il successo di tutti noi".
Nel suo stile misurato, con una lunga lettera, con ragionamenti anche schietti sulla competizione in Confindustria ma con toni costruttivi, impostata su cosa è oggi meglio per l'associazione degli industriali, l'industriale ligure annuncia dunque un passo indietro e lascia la strada per la prossima presidenza all'imprenditore emiliano Emanuele Orsini. Non manca il riferimento alle emozioni personali. E'evidente - scrive - "che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni", evidenzia che non sarebbe utile che "un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di 'impegni o scambi' eccessivi", che considera "intollerabili e inaccettabili". Da qui la scelta di fare un passo indietro per consentire di andare al voto con un candidato unico e così "garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria".
"Questa è una rinuncia - dice - che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi".
Garrone si rivolge direttamente ai componenti del consiglio generale che domani voteranno per designare il prossimo presidente di Confindustria: "E' una scelta di responsabilità che chiedo anche a voi tutti domani con il voto, per dare un segnale forte e di unità a tutti gli stakeholder e all'intero Paese". Chiude con una nota personale: "Commosso ed emozionato, vi saluto con tutto il mio affetto nell'attesa di quel futuro che è dentro di noi e che vedremo solo domani".
"Quando ho pensato alla mia candidatura, a seguito di sollecitazioni di molti, avevo chiari i fini che ci e mi muovevano". Edoardo Garrone descrive la 'sua' Confindustria, i valori su cui puntare, anche le debolezze da correggere, nella lunga premessa con cui inizia la lettera che ha scritto per annunciare un passo indietro nella corsa alla presidenza. "Una presidenza al servizio della Confindustria e non una Confindustria al servizio del presidente, obiettivo che nasceva dalla volontà di ritornare ai fondamentali del nostro sistema di rappresentanza ed ai suoi valori, a quello spirito che ci ha spinti e impegnati per molti anni, rappresentando interessi per la crescita della competitività del sistema industriale italiano", sottolinea: "Questo con equilibrio e determinazione, evitando di stimolare conflitti interni che, in queste settimane, mesi e anni, hanno fatto purtroppo emergere aspetti deplorevoli del nostro sistema".
"Ho immaginato e pensato una Confindustria in cui il presidente non si debba mai candidare nel corso del suo mandato a ruoli politici esterni, una Confindustria che non accetti scambi con la politica, una Presidenza forte con una squadra autorevole e inclusiva e che rispetti le volontà e le delibere del Consiglio di Presidenza e del Consiglio Generale. Una Confindustria che sappia conquistare ogni giorno il suo ruolo, che sappia sempre essere avanguardia culturale, sia all'interno del nostro mondo associativo che all'esterno, che sappia costruire le precondizioni, per autorevolezza e rispetto, verso la politica e gli altri corpi intermedi, e verso l'opinione pubblica, ritornando allo spirito dei nostri fondatori e dello Statuto Pirelli".
Garrone pensa ad "una Confindustria che sappia dare un senso e una ragione alle regole e agli statuti che definiremo e riformeremo, per essere coerenti ed esemplari, per essere i protagonisti di una stagione di riforme, partecipando in modo propositivo ed efficace al dibattito sul futuro economico, sociale, ambientale e culturale del nostro Paese". E sottolinea ancora: "Quella della rappresentanza è un'attività complessa che non si inventa in un giorno e non si fa con approssimazione o, peggio ancora, con ipocrisia e arroganza che occorre invece combattere".
"Ho immaginato un presidente che rispetti l'autonomia del Sole 24 Ore e recuperi la sovranità di Confindustria nella Luiss, avendo chiari i fini per i quali la Confindustria ritiene strategico avere una propria università: formare giovani talenti che abbiano competenza di questioni economiche, giuridiche, politiche e sociali, e che siano consci dell'importanza, in particolare per un Paese come il nostro, del valore delle imprese e della cultura d'impresa", scrive ancora l'industriale ligure nella sua lunga lettera.
"Ho immaginato - prosegue - che tutto ciò dovesse avvenire con una squadra forte ed indipendente e una struttura di grande qualità e competenza che possano affiancare, e aiutare nei rispettivi ruoli, la presidenza per le scelte complesse che abbiamo davanti a noi e che sappia riprendere a pensare in grande, ambiziosa nei fini. A partire da alcuni temi, come economia, democrazia, libertà, Europa, con un ritorno ai suoi fondamentali che sono pace, protezione e prosperità, riattivazione dell'ascensore sociale nel Paese, attraverso un grande impegno di formazione e inclusione dei nostri giovani, avendo chiaro in mente come, oggi più che mai, l'indipendenza tecnologica, industriale ed energetica sia la precondizione dell'indipendenza politica ed economica dell'Italia e dell'Europa".
E sottolinea: "Questo nel rispetto di tutti noi, perché non esiste la gara a chi tra noi è "più manifatturiero" di altri. Perché non dobbiamo costruire caste, ma ceti responsabili che abbiano pari dignità, donne e uomini pari tra pari, dove ogni nostro associato abbia la stessa importanza degli altri, ogni nostra impresa possa avere diritto di rappresentanza, in un mondo associativo, il nostro, che rappresenta l'industria manifatturiera, ma anche l'industria del turismo, dei servizi, della logistica, solo per citarne alcuni, ossia tutte le sue anime e le sue realtà in ogni nostro territorio e categoria".
"Per farlo - scrive ancora Edoardo Garrone - occorre essere coerenti ed esemplari, tra il dire e il fare, la mia storia imprenditoriale e associativa, i valori che ho appreso da mio padre, da uomo di azienda, e sin dalla mia frequentazione dei Giovani Imprenditori di Confindustria, esperienza per me fondamentale per acquisire gli strumenti e le competenze per la rappresentanza, mi impongono di anteporre i fini per una Confindustria forte e all'avanguardia, alla mia persona e alle mie ambizioni".
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