Crollo Torre piloti, il comandante Lettich: “Ecco perché sono stato assolto “
di Carlotta Nicoletti
Il comandante dei piloti:"Quella torre era lì dal 1938, 160 mila passaggi senza che nulla accadesse”
"Il processo che mi ha riguardato è avvenuto in un secondo momento rispetto a quello principale del disastro è iniziato 4 anni dopo l'evento. All'inizio c'è stata una richiesta d'archiviazione da parte del pm e successivamente è stato istruito il processo per accertare le responsabilità circa la posizione della torre, sono stai 7 anni di processo con 90 udienze". Così l'ex Capo dei piloti del porto di Genova, Giovanni Lettich durante un Primo Piano ha raccontato del processo che lo ha visto coinvolto per il crollo della Torre dei piloti avvenuto il 7 maggio 2013. Dopo il tragico evento si è innescato un corto circuito processuale, pertanto i processi alla fine sono stati due. Uno riguardava la dinamica dell'incidente e ha coinvolto l'equipaggio della nave e l'altro filone invece si è sviluppato sul tema della posizione della torre piloti, ritenuta a rischio.
"La torre è stata progettata dall'inizio del 1992 ed è stata costruita su un molo già esistente, siamo potuti risalire fino al 1938 e non abbiamo mai rilevato nessun contatto di una nave con il molo dove era stata costruita la torre. La struttura è stata ultimata nel 1997 e da allora fino al crollo, sono stati stimati 160 mila passaggi di navi vicino la torre senza criticità.Nel processo di primo grado sono stato condannato a un anno e in appello sono stato assolto grazie anche a questo elemento. Poi c'è stata la non prevedibilità dell'evento e la non responsabilità della struttura della torre e della sua posizione". Il processo sul posizionamento della torre è nato dopo, su iniziativa di Adele Chiello, madre di Giuseppe Tusa, militare delle capitaneria deceduto la notte del crollo, che si era opposta alla richiesta di archiviazione. La donna, infatti, ha sempre sostenuto la pericolosità dell’ubicazione della torre.
Il racconto di Lettich di quella tragica sera: "Quella notte ho lasciato la torre alle 20.30 come tutte le sere, era una serata tranquilla, tempo ottimo, nessun elemento che potesse far pensare a qualcosa di diverso che non era l'ordinario. Ho fatto il giro di saluti, ho controllato che tutto fosse in ordine e sono andato a casa. Alle 23 ho ricevuto la chiamata da parte del pilota che era a bordo, mi ha detto che avevano toccato la torre e che era crollata. Mi sembrava un'affermazione troppo grande e pensavo l'avesse ingigantita, poi ho verificato con un'altra telefonata e ho avuto conferma, mi sono precipitato 15 minuti dopo e c'erano solo macerie. Una concomitanza di fattori ha causato il crollo, nel primo processo sono state rilevate. Se solo un fattore non fosse avvenuto l'incidente non si sarebbe verificato".
"Per quanto mi riguarda, ci sono stati due aspetti che mi hanno toccato, il primo aspetto è quello umano, io conoscevo bene tutte le vittime, un dolore enorme per me e io come datore di lavoro ho avuto l'incombenza di informare i familiari. Si sono prolungate per 6 giorni le operazioni di recupero dei corpi, una fase lunga e difficlie. Subito dopo il crollo però bisognava ripartire e questa è stata una parte importante, dove abbiamo dovuto riorganizzare da zero. Non avevamo più nulla nemmeno un foglio di carta, una penna o una radio ma alle 5:00 del mattino abbiamo ripreso le operazioni nel Porto Antico. E' stato difficile a livello di mezzi, avevamo 3 pilotine su 6 distrutte, abbiamo contato sulla solidarietà dei colleghi che ci hanno offerto una pilotina di un altro porto di Venezia immediatamente giunta. Abbiamo ripreso con difficoltà e sacrificio".
Negli oltre 30 anni di carriera, Lettich si è trovato ad affrontare anche un altro evento drammatico, il rogo della petroliera Haven nel 1991 che costò la vita a cinque persone, membri dell'equipaggio e causando la perdita di migliaia di tonnellate di petrolio."Un altro evento nella mia carriera tragico è stato il rogo della petroliera Haven, un disastro diverso rispetto la torre ma egualmente drammatico, aveva coinvolto la cittadinanza e il porto interamente. Avevamo il collega che era di servizio a Multedo, il quale ha ricevuto subito la chiamata di soccorso della nave e si è precuipitato con la pilotina salvando 15 persone, era Giancarlo Cerruti. I piloti anche in quel frangente erano pronti ad agire. C'è una preparazione da parte dei piloti ad affrontare queste situazioni e ci sono piani preposti per sapere come agire".
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