Diffamazione, ipotesi carcere per i giornalisti. Cavo (NM-Lista Toti): "Non voterò per le manette, dobbiamo riflettere"
di Redazione
La deputata continua: "Certa che si troverà un equilibrio tra tutela e lotta alle fake news"
“Era inevitabile che la proposta di prevedere pene detentive per i giornalisti, con il carcere fino a 4 anni nei casi più gravi di diffamazione, scatenasse un acceso dibattito. Non voterò mai una legge che preveda questo inasprimento ma sono altrettanto certa che si troverà il giusto punto di equilibrio”. Interviene così Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati, coordinatrice della Lista Toti e giornalista professionista, sul dibattito relativo al disegno di legge sulla diffamazione.
“Come già detto ieri, ribadisco con forza la necessità di fare una seria riflessione e usare cautela, tenendo in considerazione le sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione che si sono espresse nel solco tracciato dalla Corte Europea per i Diritti dell'uomo. Occorre recuperare quel principio di proporzionalità, richiamato dalla Corte Ue, per evitare un effetto dissuasivo rispetto all'attività giornalistica. Occorre cioè trovare un equilibrio tra la giusta e doverosa tutela che va garantita alle vittime di diffamazione e alla lotta contro le fake news e il rispetto di una importante categoria professionale, quale quella dei giornalisti, che trova già nel proprio Ordine e nelle proprie regole deontologiche la regolamentazione contro ogni eccesso. Il confronto in commissione al Senato non potrà che portare alla giusta sintesi per avviare un percorso parlamentare che giunga all'approvazione di un testo condiviso", conclude Cavo.
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