Disturbi alimentari, il 70% dei genitori non percepisce che il proprio figlio è obeso
di Filippo Serio
Il professor Maghnie (osp. Gaslini): "Problema sottovalutato, possono nascere disturbi a livello psicologico"
Sempre più ore davanti a tv e cellulare a discapito dell'attività sportiva e un peggioramento generale delle abitudini alimentari. Ecco che sia a livello regionale che nazionale c'è preoccupazione riguardo alla crescita del tasso di obesità infantile, in fasce d'età anche molto basse.
"Situazione allarmante: quasi la metà dei bambini nel mondo non mangia pesce nemmeno una volta alla settimana, causando la mancanza di iodio e portando a complicanze. Oltre il 65% non fa attività sportiva, ed è un altro fattore, così come il fatto che i bambini spendono il 40% del loro tempo davanti a schermi e comunque stando seduti - il quadro è dato dal professor Mohamad Maghnie, professore ordinario e direttore della clinica pediatrica dell'ospedale Gaslini di Genova
Il ruolo delle famiglie - Se da un lato gli ultimi studi evidenziano che la prevenzione puo' dare risultati importanti. Dall'altra parte è vero, continua Maghnie, che l'obesità "è transgenerazionale, ovvero se il bambino a tre anni di vita risulta essere obeso, lo saranno anche i suoi figli. Ecco dunque che un ruolo fondamentale lo giocano i genitori: "il 70% non si accorge che il proprio figlio è obeso"- afferma Maghnie
Conseguenze - Dai disturbi alimentari possono così derivare non solamente problemi fisici, ma disagi anche a livello psicologico: "I più comuni sono depressione, oltre alle patologie che possono nascere come ipertensione e diabete"
Comunicazione - Il ruolo delle istituzioni diventa quello di promuovere campagne di comunicazione e sensibilizzazione su questi temi - "Come Regione Liguria ce ne stiamo occupando - afferma l'assessore regionale alla sanità Massimo Nicolo' - "nelle prossime settimane lanceremo campagne social per raggiungere i giovani su queste tematiche"
Report - In occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, l’IRCCS Istituto Giannina Gaslini, l’Università di Genova insieme a Helpcode Italia e alla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) presentano il primo report dell’Osservatorio Nazionale sull’Obesità Infantile (ONOI).
Conclude il professor Maghnie: "Purtroppo, solo una piccola percentuale di bambini segue correttamente la dieta mediterranea, con solo il 28% che adotta uno stile alimentare bilanciato secondo questo modello. Inoltre, molti bambini non mangiano verdura e frutta ogni giorno: il 26% non consuma verdura quotidianamente e il 16% non mangia frutta regolarmente. Anche il consumo di pesce è insufficiente, con il 50% dei bambini che non ne mangia nemmeno una volta a settimana. D’altra parte, il 37% dei bambini mangia dolci ogni giorno, mentre l’11,6% beve bevande zuccherate più di una volta a settimana, abitudini che potrebbero avere un impatto negativo sulla loro salute. Un altro dato preoccupante riguarda i pasti consumati davanti agli schermi: il 47% dei bambini mangia almeno un pasto in questa condizione. Inoltre, il 35% dei bambini sotto i 6 anni trascorre più di 2 ore al giorno davanti a dispositivi digitali. Per quanto riguarda l'attività fisica, il 60% dei bambini dedica meno di 3 ore a settimana allo sport, e l’80% non supera le 3 ore settimanali di attività fisica all’aperto. Questi comportamenti evidenziano uno stile di vita che potrebbe compromettere la salute e il benessere dei più piccoli”.
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