Europee, incandidabilità: Luigi Grillo denuncia Colosimo (Antimafia) per "gravissimo danno di immagine"
di Redazione
L'avvocato: "Il comunicato della Commissione presieduta dall'onorevole Colosimo si pone in aperta violazione degli articoli 27 e 51 Costituzione"
Una denuncia-querela - depositata attraverso il suo legale, Daniele Granara - è stata presentata da Luigi Grillo, candidato nelle liste di Forza Italia alle elezioni europee, nei confronti della presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo, che aveva inserito Grillo tra i candidati che non avrebbero rispettato il codice di autoregolamentazione della commissione bicamerale.
Nella denuncia - si legge in una nota - si mette in evidenzia il "gravissimo danno d'immagine arrecato al Senatore Luigi Grillo, correttamente candidato alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno". "A seguito delle verifiche poste in essere dal partito politico che candida Grillo sia dagli organismi preposti - spiega la nota - risultano infatti pienamente rispettati i criteri fissati dal d.lgs. 235/2012.
"Ricordo - sottolinea l'avv. Granara - che il Senatore Grillo non ha mai subito l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e che non ha mai smesso di professare la sua innocenza, accedendo all'istituto del patteggiamento solo e soltanto per porre fine a un'amara vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto, mentre lunga è la serie di proscioglimenti che hanno confermato Grillo una personalità apprezzata per l'impegno svolto nelle istituzioni e per la competenza che ha sempre dimostrato nello svolgere ruoli di primo piano nel governo regionale, nazionale e nel Senato della Repubblica".
"Sorprendentemente - afferma ancora il legale - la Commissione bicamerale non solo non ha valorizzato ma non ha nemmeno citato l'estinzione della pena pronunciata dal Tribunale di Sorveglianza di Genova oltre 4 anni fa e con ampio apprezzamento del contegno tenuto dal Senatore Grillo. Il comunicato della Commissione presieduta dall'onorevole Colosimo si pone dunque in aperta violazione degli articoli 27 e 51 della Costituzione. Giurisprudenza e dottrina sono chiarissime nel ritenere che verità incomplete o mancate correzioni di errori e imprecisioni o, ancora, il mancato aggiornamento di una notizia già fornita, configurino un comportamento omissivo che ha danneggiato gravemente Luigi Grillo".
La Commissione, infatti, non avrebbe dovuto per alcuna ragione inserire il Senatore Grillo nell'elenco o quantomeno dare atto dello stato limpido del suo casellario giudiziale. È stato invece posto erroneamente il dubbio negli elettori di non poter esprimere preferenza per Grillo o di ritenerlo inadatto all'elezione, con ciò provocando possibile alterazione del risultato elettorale. Per questo - conclude l'avvocato Granara - abbiamo chiesto al Procuratore della Repubblica di Roma di indagare e ai Presidenti delle Camere di intervenire".
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