Ex Ilva, Orlando (Pd) interroga il governo sullo stabilimento di Genova

di Redazione

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L'esponente dem chiede lumi al ministro Urso sulla produzione di acciaio zincato e banda stagnata

Ex Ilva, Orlando (Pd) interroga il governo sullo stabilimento di Genova

Il deputato del Pd Andrea Orlando ha presentato alla Camera un'interrogazione al ministro delle Imprese Adolfo Urso sull'impianto Acciaierie d'Italia di Genova Cornigliano. La produzione di acciaio zincato in questo sito "è passata dalle 399mila tonnellate del 2022 a 287 mila tonnellate nel 2023" e quella "di banda stagnata è scesa a sole 79mila tonnellate a fronte di una capacità produttiva che è di 220mila tonnellate annue", spiega l'ex ministro del Lavoro, chiedendo di sapere "se il Governo risulti essere a conoscenza di quanto riportato e quali azioni sta mettendo in campo o intenda attivare tempestivamente per garantire la continuità del ciclo della latta, e se sono altresì previsti interventi di messa in sicurezza dell'impianto Acciaierie d'Italia di Genova Cornigliano, come del resto chiesto ripetutamente dalle organizzazioni sindacali".


"Lo stabilimento di Acciaierie d'Italia di Genova, che dà lavoro a 985 addetti diretti, riveste una importanza strategica fondamentale per il tessuto economico della città ed è specializzato nella produzione di acciaio zincato e di banda stagnata", sottolinea Orlando nell'interrogazione, aggiungendo che "a causa dell'impossibilità di Acciaierie d'Italia di pagare prima della consegna l'azienda che forniva l'acido cromico, necessario per la produzione della banda stagnata ha sospeso le forniture, e ciò ha causato il fermo di una linea produttiva dell'impianto, facendo sì che la fabbrica al momento lavori al 20% della propria capacità produttiva".


La domanda di banda stagnata, fondamentale per l'industria alimentare, non è affatto diminuita sul mercato e questo rende la sospensione della produzione ancora più dannosa per lo stabilimento ligure. Inoltre - rimarca il deputato dem -, i lavori di messa in sicurezza dell'impianto si sono interrotti e questa situazione di generale incuria genera seri rischi per l'incolumità dei lavoratori nello svolgimento delle proprie mansioni".