Genoa, Andreazzoli: "Felicissimo di poter allenare una squadra con questa storia"
di Redazione
8 min, 13 sec
"Regole chiare ed entusiasmo: con questa ricetta, potremo fare bene e trasmetterlo ai nostri tifosi"
Parte l'era Andreazzoli in casa Genoa. Il nuovo tecnico è stato presentato nella sala del Museo della storia della società rossoblù e, a una decina di giorni dalla partenza per il ritiro di Neustift, ha preso così contatto con l'ambiente e la stampa genovese. La presentazione è affidata all'ad rossoblù Zarbano: "Grande benvenuto da parte della società al mister e al suo staff, cercato, voluto e corteggiato. Siamo contenti di partire assieme per questa nuova avventura. Le motivazioni sono alte da parte di tutti. Noi società dobbiamo ripartire da tanti errori fatti nella passata stagione ma lo facciamo dalla Serie A e questo è importante".
"Sono davvero contento di essere qua - ha detto Andreazzoli - e ringrazio il presidente e la società di avermi portato qua. Sono felicissimo di avere la possibilità di allenare una squadra con una storia incredibile come il Genoa ma anche perché ho la possibilità di partecipare alla sensazione di essere genoano, una sensazione riconosciuta da tutti".
Dopo l'epilogo con l'Empoli e la delusione della retrocessione, com'è stato l'approccio con il clima opposto rossoblù? "La retrocessione dell'Empoli è stata una grande delusione. Quando esci da uno stadio come San Siro, appena retrocesso, e hai l'applauso del tuo pubblico e degli avversari è una retrocessione a testa alta. Poi arrivato l'interesse del Genoa che mi ha fatto un onore incredibile, dandomi la possibilità di tornare un po' indietro nel tempo. Quasi mezzo secolo fa ho dormito per un anno a Villa Rostan, in un'età come quella dell'adolescenza in cui le cose ti restano dentro. Ricordo la tifoseria del Ferraris, sensazioni che ti rimangono dento. Ho ricevuto telefonate da ex compagni qui a Genova e loro hanno le stesse mie sensazioni, che mi porto dentro. Sono ancora più soddisfatto di riprovare sentimenti di quando avevo 17 anni".
Come non rivivere le difficoltà della scorsa stagione? "Io ho l'abitudine di non guardare indietro ma sempre avanti, per risolvere i problemi guardando avanti. Io ho idee chiare e so dove arrivare, la società ci ha dato ampio mandato di lavorare come vogliamo e la ringrazio. Quindi consapevoli di quello che ci attende al di là del passato, noi abbiamo idee chiare e altissime motivazioni. Ci faremo aiutare da queste motivazioni per farci aiutare a perseguire gli obiettivi che anch'io ho".
Cosa l'ha convinta a scegliere il Genoa? "Intanto l'interesse del presidente. Poi credo che il Genoa sia una società e un ambiente che non richiede molto tempo per renderti convinto. Ho entusiasmo e mi è piaciuta da subito. Vorrei partecipare a quelle emozioni che in questi giorni ho intravisto. Ho riportato alla mente quei ricordi che avevo dentro di me. Ho visto per esempio il film "Gradinata Nord" che ho trasmesso subito ai miei collaboratori perché lo facciano proprio, perché lì si sente davvero cosa vuol dire essere genoani: la sofferenza, il sacrificio e l'appartenenza. Io vorrei tornare a dare soddisfazione a un ambiente carico e voglioso. Tornare verso quell'appartenenza che, messa insieme a tutto quello che c'è in questa città, può sprigionare delle forze notevoli".
Ci racconta la sua idea di calcio? "Lo dico spesso anche a Coverciano: io credo che il compito di un allenatore sia di far fare alla squadra il massimo che ha come disponibilità. Questa deve essere la tendenza, poi le strade possono essere tante. L'obiettivo però deve essere quello. Non posso permettere alla squadra di andare in campo non conoscendo una situazione come collettivo. Fai anche presto a dare un gioco a un asquadra ma poi affinare le situazioni per renderla una vera squadra ci vuole un po' più tempo. Noi stiamo costruendo una squadra modulabile, non alleneremo un sistema solo ma delle filosofie di gioco che ci permettano di usufruire di più sistemi di gioco".
Con la società avete affrontato un progetto Genoa? "Io penso che sui progetti Genoa può rispondere più la società, ma credo che sia quello di fare bene nel tempo. Non una progettualità a breve scadenza.
Lei è pronto a mettere dei paletti su eventuali cessioni importanti in itinere? "Io mi auguro che i paletti non debba metterli io. I paletti sono quelli che serviranno per avere una squadra forte. Io penso che l'interesse che ho sentito nel presidente, sia quello di costruire una squadra forte. Se ci riusciremo, lo dirà il tempo ma questo è l'obiettivo".
Al netto degli innesti, cosa chiederà ai suoi ragazzi all'inizio della preparazione? "Io nello spogliatoio sono abituato a parlare prima di tutto di serietà. Prima della tattica, dei moduli... Conta prima la serietà, non solo dei calciatori ma di tutto l'ambiente che circonda lo spogliatoio e se questo è positivo, allora porta questi vantaggi nel campo, che trasmetteremo a tutta la nostra Gradinata e dai nostri tifosi. Ma tutto parte dalla serietà con cui noi partiremo dai primi giorni. Pochi, ma dai quali nessuno può scantonare. Chi sta con noi sarà il benvenuto, ma chi non vuole partecipare non può lavorare con me perché io proprio non riesco a lavorare senza queste caratteristiche".
L'ultima volta che ha affrontato il Genoa, ha speso bellissime parole per la città dopo il crollo di Ponte Morandi. Pensa che quelle caratteristiche possano aiutare il suo Genoa? "Non possiamo pensare di essere una squadra disgiunta dalla città ma dipende da quanto delle nostre idee riusciremo a mettere nell'ambiente di Pegli. Noi dovremo iniziare a lavorare seriamente, la città potrà venire a Pegli a vedere con cancelli aperti se riusciremo a fare questo. Tutti potranno verificare se quello che dico lo sapremo trasformare in fatti. E dopo ci sarà il nostro pubblico a darci riscontro".
Mancano una decina di giorni alla partenza per il ritiro. Che idea si è fatto della rosa attuale? A che punto è il mercato? "Io ero già favorevole a questa squadra anche lo scorso anno, mi piaceva. Tutto è migliorabile naturalmente ma la società ha già dimostrato di essere già operativa, pur nelle difficoltà di un mercato appena iniziato". "Come detto - interviene l'ad Zarbano - si vuole lavorare per sfruttare le opportunità del mercato, costruendo una squadra equilibrata, che assecondi i desideri del mister ma senza stravolgimenti". "Tutto quello che è stato fatto però mi piace - riprende Andreazzoli - La volontà del presidente è quella di fare squadra più forte possibile e di qualità e credo che siamo già a buon punto per quello che vedo. E' da completare ma lo faremo. Idealmente, il presidente e Capozzucca lo sanno, per me il periodo di preparazione è un periodo importantissimo. Dentro il quale nascono quei paletti che si diceva, hai modo di stare coi ragazzi, non hai da pensare alle partite e puoi entrare nella testa dei calciatori, ma non solo nella loro ma di tutte le maestranze che giostrano intorno. Se quindi hai un gruppo quasi fatto, è meglio. Speriamo quindi di riuscirci anche se ci saranno delle difficoltà oggettive alle quali si cercherà di far fronte".
I lavori in corso a Pegli: ha visto il progetto e che idea si è fatto? "Oggi vado in visita ma i miei collaboratori ci sono stati già due volte. Però questo già mi piace: una società che riconosce la necessità di migliorare le strutture con un lavoro importante, è già un'ottima cosa. Anche questo fa parte della progettualità. Oggi vado a rendermi conto della situazione".
Il Genoa lo scorso anno è sembrato una squadra spaventata: si riparte anche dal gusto di giocare divertendosi? "Se a qualcuno piace il lavoro che fa, rende sempre meglio. Lo stesso vale per i giocatori, non ci può essere un lavoro nel quale non ci può essere felicità e partecipazione. Se invece ce l'hai, sei già arrivato. Noi dobbiamo dare la possibilità di dare modo ai giocatori di essere felici, facendo capire che una partita non è un'operazione a cuore aperto ma un momento in cui mi vado a divertire e questo lo riuscirai a trasmettere a 30mila persone che saranno fuori. A loro volta, le persone ti daranno un'energia che non puoi avere dentro. A Empoli spesso ho partecipato al piacere che vedevo esprimersi in campo, poi credo che sia doveroso a chi perde tempo e spende soldi, mettendo passione per venire allo stadio, dare loro la soddisfazione di assistere a uno spettacolo. Non ci riusciremo sempre ma per noi deve essere un obbligo. Poi ovvio che io lavoro non per una squadra bella ma per renderla produttiva. Se poi lo faccio rendendola anche bella, allora siamo tutti contenti ma è una conseguenza".
Lei conosce bene l'ambiente Roma: come ha vissuto l'addio di De Rossi e Totti? "Non mi piace molto esprimermi in pubblico su questo. Con loro ho vissuto momenti indimenticabili, da amico e ascoltatore. Poi gli ho allenati 5 mesi e chiaro che sembrerebbe impossibile pensare alla Roma senza questi due nomi ma così è, sono situazioni della vita che vanno avanti".
Nel Genoa ci sono due elementi da aspettare per infortuni: Hiljemark e Sturaro. "Hiljemark è una situazione da verificare, la sua rieducazione sta andando secondo i programmi. Su Sturaro i tempi sono definiti, sta andando tutto bene e la situazione si sta sviluppando come sapevamo ma c'è da attendere".
Lei entro quando ritiene di poter avere i rinforzi? E poi, al Genoa è mancato un centravanti: che tipo di attaccante dobbiamo aspettarci per il suo gioco? "Noi speriamo di trovare calciatori bravi, poi la caratteristica fisica o tecnica incide ma siamo noi a doverci adattare al calciatore che troviamo. Se è bravo e ha i numeri, abbiamo garanzie. Ma noi abbiamo le idee chiare. Inutile dire ora quello che non è confermabile".
Con la tifoseria c'è un rapporto da ricucire: vuole fare un appello ai tifosi? "Il mister ha già detto che vuole riportare entusiasmo - interviene l'ad Zarbano - partendo da delle regole chiare che ci daremo all'interno della società, ottenendo dei risultati che servirà alla gente, ai nostri tifosi e poi perché no alla città intera. Sono convinto che il mister riuscirà a fare questo". "Servono i fatti - conclude Andreazzoli - poi i fatti, se li faremo, daranno il risultato che ci auspichiamo".
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