Genoa, Blessin: "Presto avrò tre giocatori che parlano tedesco: Amiri, Hefti e Yeboah"
di Marco Innocenti
"Il mio arrivo è stata un'operazione notturna e in silenzio. Spors? Ci conosciamo bene e lui conosce il mio calcio aggressivo e offensivo"
Lunga intervista per Alexander Blessin al quotidiano tedesco Stuttgarter Nachrichten, nella quale il tecnico rossoblu ripercorre il suo improvviso arrivo sulla panchina del Genoa e la sua gara d'esordio contro l'Udinese, con uno sguardo alla prossima sfida di campionato con José Mourinho e la Roma. “L’intera trattativa - racconta Blessin - è stata un’operazione notturna e in silenzio. Ho vissuto una situazione simile da giocatore ma questa volta perlomeno ho avuto abbastanza tempo per consultarmi con mia moglie e le mie figlie. Quando arriva una chiamata dalla Serie A, ci devono essere davvero ottime ragioni per rifiutare”.
Ma la chiamata del Genoa non è stata un fulmine a ciel sereno: “Non è caduto dal cielo in maniera del tutto inaspettata – aggiunge Blessin – Il general manager Spors è di Heidelberg e con lui ho già lavorato molto bene a Lipsia e in seguito ho avuto contatti regolari. Conosce molto bene il mio modo di allenare e la mia filosofia del calcio aggressivo e offensivo. È convinto che io possa avere un successo simile a quello avuto all’Oostende anche in Italia. Per inciso, ne sono convinto anche io, perché altrimenti non avrei accettato questo compito difficile ma molto attraente”.
Il tecnico rossoblu, poi, parla anche del prossimo arrivo di Amiri: “Al momento, la comunicazione con la squadra e con i media è principalmente in inglese con un interprete. In più avrò tre giocatori in rosa, il nazionale tedesco Nadiem Amiri, lo svizzero Silvan Hefti e Kelvin Yeboah, che ha giocato quattro anni in Austria, che mi capiscono se devo tralasciare qualcosa in tedesco. Ma voglio imparare l’italiano il più velocemente possibile. È una bella lingua e posso già trarre qualcosa dal mio francese studiato a scuola”.
Sguardo poi alla prossima sfida contro Mourinho e la Roma: “È uno degli allenatori di maggior successo al mondo. Mi aspetto che mi stringa la mano prima della partita, anche se potrebbe non aver mai sentito il mio nome, e spero che me la stringa anche dopo il fischio finale, magari con un po’ meno di piacere perché siamo riusciti a strappare punti importanti nella lotta per la salvezza”.
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