Genoa, l'area degli Erzelli individuata per il nuovo centro sportivo
di Gessi Adamoli
Sono già stati avviati contatti a livello politico sia con il sindaco Marco Bucci che con il presidente Giovanni Toti
Claudio Onofri ricorda ancora come un incubo quando per andare ad allenarsi partiva con Pruzzo da Recco e doveva arrivare sino a Sant'Olcese: “Un'infinità di curve e un paio di volte anche qualche lastra di ghiaccio galeotta”. Quello del campo di allenamento per il Genoa è sempre stato un problema spinoso. Al Pio XII di Pegli, intitolato dal 2002 a Gianluca Signorini, il Genoa approda, prima saltuariamente e poi in pianta stabile, alla metà degli anni '80 quando era ancora in terra battuta. Tanti lavori sono stati fatti negli anni e ultimamente è un piccolo gioiello, impreziosito dagli affreschi e dagli stucchi di villa Rostan che ospita la sede sociale.
Però è funzionale solo per la prima squadra e non può bastare a una società professionistica e che per di più ha grandi ambizioni per il futuro. Come tutti i grandi club la necessità è quella di radunare tutte le squadre, dunque la prima ma anche le giovanili, in un'unica struttura. Non un vezzo, ma è fondamentale che gli allenatori delle varie formazioni rossoblù condividano il progetto tattico di quello della prima squadra. Erano stati gli olandesi dell'Ajax, negli anni '70, i primi a intraprendere questa strada: tutti dai pulcini sino a Cruijff e Neeskens messi in campo con lo stesso sistema di gioco. Ed è utile per i giocatori più giovani sedersi in tribuna e osservare come si allenano i giocatori della squadra maggiore, le posizioni che tengono e come si muovono.
“È incredibile che nessuno, negli ultimi 15-20 anni, abbia avvertito la necessità di dotare il Genoa di un centro sportivo. Una società come la nostra che vuole crescere e non vivere alla giornata, non può prescindere da un centro sportivo di proprietà con sei o sette campi a undici”, ha detto Andres Blazquez, amministratore delegato del Genoa, in diretta a We Are Genoa su Telenord.
L'area, la collina degli Erzelli, non solo è già stata individuata ma sono già stati avviati contatti a livello politico sia col sindaco Bucci che col governatore Toti, estremamente favorevoli ben sapendo quanto sia importante per l'immagine di città e regione una squadra di calcio che possa competere per traguardi importanti. Le uniche perplessità sono legate al vento. Chi ha giocato a livello dilettantistico sicuramente sarà incappato al campo Morgavi, al Belvedere di Sampierdarena, in una giornata di tramontana dove riuscire a controllare il pallone diventa un'impresa. Ma dopo approfondimenti mirati, quello del vento non è considerato un ostacolo. E poi l'isolata collina degli Erzelli, senza abitazioni intorno, è anche a prova di spioni, quelli che gli altri club mandano a seguire gli allenamenti di rifinitura per capire che avversario si troveranno di fronte.
Il progetto, oltre ai sette campi da calcio, prevede naturalmente gli spogliatoi, ma anche un paio di palestre e la foresteria dove alloggiare i giocatori del settore giovanile provenienti da fuori regione. Ma quella degli Erzelli non è l'unica opzione. C'è infatti un'area del porto, di proprietà di un privato, che sarebbe l'ideale per sei campi più spogliatoio, palestra e foresteria.
A quando la prima pietra?
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