Genova, schianto mortale in via Toti. La famiglia della vittima: "Guardate questo asfalto killer”
di Giorgia Fabiocchi
La mamma di Marco Santeusanio si è recata sul luogo dell'incidente per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto al figlio, da pochissimi giorni maggiorenne
Non si danno pace i parenti di Marco Santeusanio, il diciottenne morto ieri sera in via Enrico Toti, nella strada che collega piazzale Parenzo con piazza Garbarino. Marco era a bordo del proprio scooter quando, intorno alla 23, di ritorno a casa del padre, ha perso il controllo della moto, finendo rovinosamente contro i cassonetti della spazzatura.
Sull'asfalto della via, a cavallo tra i quartieri di Marassi e Staglieno, la sezione infortunistica della Polizia locale ha rilevato sulla strada i segni dell'impatto. Questa mattina in via Toti sono tornati la mamma, i parenti e gli amici stretti della famiglia per cercare di fare chiarezza su quanto è accaduto. Non si spiegano cosa possa essere successo al loro Marco, che da pochi giorni era diventato maggiorenne, e che oltre alla passione per il calcio, andava a scuola e ogni tanto, la sera, portava le pizze per guadagnarsi i primi soldini.
Gli occhi persi nel vuoto e colmi di disperazione della mamma guardano i segni sull'asfalto per provare a capire come sia stato possibile. Ieri sera un lieve pioggia è caduta su Genova e si sa, soprattutto in quelle zone, l'umidità divora la pavimentazione. Complice il bagnato quindi, e la curva quasi cieca della via, ma i parenti di Marco osservano l'asfalto dissestato, di colore più scuro a causa dei lavori di ammodernamento della fibra che, comportano, in molte strade di Genova, il rialzo di parte della pavimentazione.
"Non capiamo cosa sia successo, Marco era un bravissimo ragazzo, giudizioso - ci racconta con la voce strozzata una parente - e quanto accaduto è inspiegabile". Guardiamo insieme l'asfalto di via Toti, "inquadrate com'è conciata la strada, è impossibile poter guidare le moto in queste condizioni", sottolineano gli amici della famiglia Santeusanio.
"Non c'è molto da aggiungere, abito nel condominio di fronte a dove è morto ieri il ragazzo, non è la prima volta che mi capita di assistere ad incidenti di questo tipo, si sente sempre il boato dello schianto - ci racconta un residente di via Toti -. Non solo i lavori in strada per la fibra ma anche le piste ciclabili di colore rosso, sono scivolose e pericolose. Il Comune o chi per esso deve fare qualcosa perché ogni giorno è un pericolo qua".
La famiglia di Marco Santeusanio vuole trovare una risposta a quanto accaduto ieri sera e, per farlo, approfondirà con la sezione infortunistica della Polizia locale la dinamica dell'incidente. "Non si può morire così", le parole strozzate di parenti e amici.
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