Genova, studenti in piazza per la ripresa della scuola: "Vogliamo risposte"
di Redazione
"In tutti i discorsi che vengono fatti in questi giorni l'unico argomento che rimane fuori è la didattica"
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Si sono ritrovati in piazza Matteotti scambiandosi il microfono per condividere incertezze e problemi gli studenti genovesi - circa un centinaio - che hanno raccolto l'appello del neonato coordinamento 16cento. "La scuola siamo noi, è materia nostra e nonostante ciò durante il lockdown centinaia di migliaia di ragazzi sono stati abbandonati dalla scuola e oggi al momento della riapertura delle nostre scuole nessuno ci ha interpellati per consultarci" dice al microfono Lucia Piccolo, studentessa del liceo Gobetti e portavoce del coordinamento.
Amanda Perderzolli e Alessandro Demartini, rappresentati di istituto del liceo Colombo concordano: "Non siamo mai stati chiamati a nessuna riunione, nessuno ci ha coinvolto nelle decisioni e solo oggi ci sono state date le istruzioni in vista dell'apertura di lunedì". "Partiremo tutti in presenza - spiegano - anche se non ci è chiaro come nelle nostre aule che sono molto piccole sarà fatto il distanziamento. Al momento sappiamo solo che sono arrivati i banchi singoli".
Mario Caraffini, docente del Cassini, ha scelto di essere in piazza questo pomeriggio "perché sono iscritto al sindacato e soprattutto perché qui ci sono i miei studenti" spiega. Al liceo Cassini "come da tutte le altre parti si comincerà come si può - racconta - abbiamo saputo che l'organico aggiuntivo per le nuove classi al momento non è stato concesso come è accaduto in diverse altre scuole superiori, così ci troveremo di nuovo con prime e seconde di trenta ragazzi".
Nonostante alcuni "piccoli lavori fatti e il fatto che convertiremo le palestre in aule una parte di didattica a distanza sarà inevitabile". Inevitabili anche le conseguenze sulla didattica stessa: "In effetti in tutti i discorsi che vengono fatti in questi giorni l'unico argomento che rimane fuori è la didattica finisce in secondo piano. E' evidente che non è la stessa cosa dal fare lezione in presenza e che le le ingiustizie sociali si amplificano perché se al Cassini un po' di strumentazione da dare ai ragazzi che ne possono fare richiesta ne abbiamo, ci sono scuole dove il problema si presenta in modo molto più grave".
In piazza anche i rappresentanti del collettivo universitario Come studio Genova che sta organizzando la manifestazione del 25 settembre: "Una manifestazione - spiega Federico Palacio - a cui stiamo lavorando da tutta l'estate e che vuole far emergere e portare in piazza tutte le contraddizioni del mondo della formazione, dalla scuola all'università. Con noi ci saranno gli studenti medi, i docenti e diversi comitati cittadini".
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