Infrastrutture: i sindacati genovesi scrivono alla ministra De Micheli

di Redazione

4 min, 26 sec

"Servono i soldi per il filobus". Le segreterie sostengono il piano del Comune e chiedono lo sblocco di 400 milioni di euro

Infrastrutture: i sindacati genovesi scrivono alla ministra De Micheli

Le Segreterie Provinciali di Genova  di Filt-Cgil,  Fit-Cisl , Uiltrasporti, Faisa-Cisal hanno inviato una lettera indirizzata al Ministro dei Trasporti Paola De Micheli chiedendo di finanziare il progetto Quattro assi di forza per rinforzare il trasporto pubblico locale anche alla luce dei recenti gravi problemi di mobilità. Riportiamo di seguito il testo della missiva.
  
"Da tempo il Comune di Genova ha presentato al MIT richiesta di finanziamento del progetto denominato “Quattro assi di forza” in coerenza con le “ le linee d’azione stabilite dal PUMS”, il cui Quadro Strategico Preliminare è stato illustrato alle scriventi organizzazioni sindacali, e pubblicato, fin dal 2018, dando luogo nel corso dei mesi ad una serie di incontri pubblici, e ad un ciclo di riunioni della competente commissione consiliare, nella quale siamo stati auditi unitamente al mondo dell’associazionismo; lo stesso piano ci risulta essere stato approvato dalla Città Metropolitana di Genova nel luglio 2019

Negli ultimi tempi si è aperto un dibattito sul tema del Trasporto Pubblico Locale con riferimento al progetto dei 4 assi filoviari presentato dal Comune di Genova, per un importo di circa 450 milioni di euro,  che certamente rappresenta un investimento importante, fondamentale per la nostra città, per AMT S.p.a - l’azienda che gestisce il servizio di trasporto -  e per i suoi lavoratori. 

La realizzazione del progetto inoltre consentirà la graduale conversione dell’attuale parco mezzi a motore endotermico a bus a trazione elettrica, migliorando le condizioni ambientali, degli attuali impianti per il ricovero dei mezzi, il rifornimento e la loro manutenzione, con un sensibile aumento della qualità sia del servizio offerto che delle condizioni di lavoro degli operatori.
  
La sostituzione dei mezzi termici (i bus) con mezzi interamente elettrici genererà certamente un miglioramento delle condizioni ambientali di Genova; auspichiamo che il loro impiego sia fortemente orientato alla sede protetta ed alla priorità semaforiche, aumentando così la  velocità commerciale, e quindi l’attrattività, inducendo un numero maggiore di cittadini a scegliere il trasporto pubblico come a suo tempo avvenne – oramai quasi 30 anni fa – con la realizzazione della BUSVIA lungo l’asse di Corso Europa.  
 
Tutto il mondo dell’associazionismo, e non solo, ha ripetutamente evidenziato la non più procrastinabile necessità di nuove politiche di mobilità “green” anche attraverso il miglioramento in termini qualitativi e  quantitativi dell’offerta di Trasporto Pubblico Locale; purtroppo è nostro dovere evidenziare come le risorse destinate a tale settore siano state ridotte, ante Covid, di circa 170 milioni di euro per il 2020 e successivamente abbiano subito una contrazione dei ricavi da tariffazione che viene indicata in 1,5 -  1,7 miliardi di euro annui, come segnalato nel rapporto presentato dal Comitato di esperti in materia economica e sociale al Presidente del Consiglio pochi giorni or sono. 

Premesso quanto sopra, vorremmo richiamare la Sua attenzione ai ripetuti articoli di stampa che riportavano, nei mesi scorsi, la notizia di una richiesta da parte del MIT al Comune di Genova di integrazione della documentazione presentata a suo tempo per questo progetto.  

E’ indubbio come un finanziamento di tale entità rappresenti un’occasione per il rilancio del Tpl infatti, già da se, la sola previsione della creazione dei 4 assi di forza (Levante, Centro, Ponente, Val Bisagno) produrrebbe un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del TPL, attraverso tempi di spostamento più rapidi, mentre il rinnovo del parco mezzi ridurrebbe il fattore inquinamento in quanto per gli stessi è prevista la trazione elettrica.
 
Non è possibile riaprire la discussione di un così importante progetto, riattivando la diatriba tra i sostenitori del tram e quelli del filobus, ognuno dei quali con le proprie concrete teorie a sostegno. La discussione e il confronto, anche duro, sono il sale della democrazia ma alla fine occorre prendere una decisione; la città ha bisogno di importanti interventi che ne consentano uno sviluppo e una sostenibilità ambientale, sia di breve che di lungo periodo, che sicuramente l’inerzia non produrrà. La mancanza di scelta è l’aspetto che a noi preoccupano di più.   

Stimatissima Ministra, come lei ben sa, la nostra città dopo aver subito la “mutilazione” conseguente al crollo del ponte Morandi, con tutte le conseguenti ricadute in termini di viabilità cittadina, è attualmente soffocata da un sistema infrastrutturale fatiscente e, in ultimo, la impercorribilità delle autostrade liguri, che nei giorni scorsi ha potuto testare di persona, sta ulteriormente mettendo a dura prova l’economia di questo territorio.

Per rispetto delle vittime e dei loro cari consideriamo doveroso evitare qualsiasi commento alla tragica perdita di vite umane. Per quanto finora esposto, scevri da ogni posizionamento di natura politica, Le rivolgiamo un accorato appello affinché il Suo Ministero possa, in tempi congrui, valutare positivamente i vantaggi offerti dal progetto genovese che rappresenta per la città e i suoi abitanti una reale opportunità di iniziare un cambiamento troppo spesso decantato e mai realizzato. "

Le Segreterie Provinciali di Genova                     Filt-Cgil  Fit-Cisl  Uiltrasporti  Faisa-Cisal