Italia-Cina, firmati gli accordi: ecco quelli che riguardano Genova
di Fabio Canessa
3 min, 3 sec
Il colosso CCCC si impegna per la nuova diga del porto. Ansaldo Energia, patto sulle turbine
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Finalmente sono arrivate le firme nell’ultima giornata a Roma del presidente cinese Xi Jinping. Una visita che rimarrà storica: l’Italia, col memorandum d’intesa siglato a Villa Madama, è il primo Paese G7 ad aderire alla nuova Via della Seta. E Genova, insieme a Trieste, gioca un ruolo da protagonista.
In primo piano l'accordo di cooperazione tra l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, il Commissario per la ricostruzione del ponte di Genova e il colosso cinese delle costruzioni CCCC, una delle tre intese che riguardano Genova (29 in tutto quelle siglate). Nel patto siglato da porto di Genova e CCCC sono compresi interventi per lo sviluppo dello scalo, anche in seguito al crollo del ponte Morandi. Il programma prevede il progetto della nuova diga, un'opera da un miliardo, che rappresenta una delle due iniziative italiane inserite fra i progetti strategici della EU-China Connectivity Platform, per rafforzare le connessioni di trasporto tra Europa ed Asia e aumentare la competitività del sistema portuale che opera al servizio dell'economia del Nord Italia.
"I cinesi hanno scelto i due approdi più strategici e importanti del Mediterraneo, che sono Genova e Trieste", aveva preannunciato viceministro ai trasporti Edoardo Rixi intervenuto alla presentazione di un gemellaggio tra Valle d'Aosta e Liguria in chiave turistica. CCCC ha firmato un memorandum simile anche con l'Autorità portuale di Trieste e Monfalcone.
La società CCCC, di proprietà dello Stato Cinese, è fra le maggiori imprese mondiali nel settore delle infrastrutture, quotata alle borse di Hong Kong e Shanghai e con un fatturato annuo superiore a 90 miliardi di Dollari USA. CCCC è impegnata in attività di progettazione, costruzione, finanziamento e gestione di infrastrutture di trasporto, sviluppo urbanistico ed industriale in 155 Paesi ed è uno dei pionieri della nuova Via della Seta, lanciata dal Presidente Cinese Xi Jinping nell’ottobre 2013.
Un altro accordo è stato siglato da Ansaldo Energia e China United Gas Turbine Company (UGTC) per la collaborazione tecnologica nel settore delle turbine a gas heavy-duty. L’accordo fa seguito al Memorandum of Understanding con State Power Investment Corporation (SPIC), l'azionista di maggioranza di UGTC, già annunciato lo scorso luglio 2018. UGTC potrà raggiungere l’obiettivo di sviluppare in modo autonomo la produzione locale di turbine a gas heavy-duty.
Secondo i termini dell'accordo, Ansaldo Energia sosterrà il programma di turbine a gas heavy-duty di UGTC con la sua esperienza tecnica nella progettazione, ingegneria e collaudo. L'obiettivo dell'accordo è stabilire una partnership a lungo termine e reciprocamente vantaggiosa per entrambe le parti. A riguardare Genova, anche se non esplicitamente, è il memorandum d'intesa principale, quello sulla 'Via della Seta economica' firmato dal ministro Luigi Di Maio.
Il programma di investimenti pubblici sul porto di Genova prevede, tra l'altro, il miglioramento dell'accessibilità via mare (prima fase della nuova diga foranea) e di ultimo miglio stradale e ferroviario (per circa 160 milioni di euro) nel bacino portuale di Sampierdarena. Un altro punto è il cosiddetto ribaltamento a mare dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente, cantiere attualmente diviso dalla ferrovia, per aumentare gli spazi del bacino. Questo punto è finalizzato allo sviluppo delle attività di costruzione e riparazione navale, che conta a Genova circa 7mila unità, di cui oltre la metà concentrate nel polo industriale di Fincantieri: adeguare il cantiere è funzionale alla forte crescita delle dimensioni delle navi. Grazie ai predetti interventi infrastrutturali di potenziamento, rispetto agli attuali volumi (oltre 1 milione di TEU), le previsioni fornite dagli operatori individuano a regime un raddoppio dei volumi movimentati fino a 2 milioni di TEU. L'incremento di traffico potrà generare entrate per circa 20 milioni di euro annui rispetto ai 11,5 milioni annui del 2018 quale effetto della crescita delle tasse sulle merci e di quella di ancoraggio connessa alle dimensioni della nave.
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