Liguria, regionali: candidature "a specchio", la pretattica delle coalizioni e i nomi da non bruciare
di Redazione
Giovanni Toti non si riproporrà neppure per il consiglio, ma eserciterà un ruolo nella scelta del candidato presidente di centrodestra
In attesa che il governo ufficializzi la data delle elezioni, indicata dalla giunta uscente per il 27-28 ottobre, il ritorno in libertà di Giovanni Toti ha aperto i giochi per la designazione del candidato di centrodestra. L'ex presidente ha una fitta agenda di incontri a Roma in questa settimana, a partire dai faccia a faccia con i vertici di Fratelli d'Italia e Lega, per chiarire il profilo su cui puntare, nel dilemma tuttora irrisolto tra un civico e un politico. Registrata una certa freddezza dai personaggi fin qui sondati, dal rettore Federico Delfino al presidente dei medici Alessandro Bonsignore fino al manager Beppe Costa, il centrodestra ligure guarda sia al proprio interno, sia alle mosse del centrosinistra.
Nessuna delle due coalizioni ha infatti finora ufficializzato il nome su cui puntare, per quanto nell'uscente opposizione da tempo Andrea Orlando si muova e parli da candidato in pectore. L'ex guardasigilli ha l'appoggio esplicito della segretaria nazionale Pd Elly Schlein;, ha "disinnescato" immediatamente la questione Ermini che, alla luce dell'irritazione di Avs e Sansa per la nomina dell'ex vicepresidente Csm e alto dirigente dem ai vertici del gruppo Spinelli, avrebbe potuto disintegrare il "campo largo"; tre volte ministro, ha esperienza di governo. Così a destra, sul modello di quanto avviene nei velodromi quando i pistard tendono a far passare avanti l'avversario per impostare meglio la volata, sembrano guardare alle mosse degli avversari prima di decidere il nome.
Se Orlando resta il nome più forte, sottotraccia vengono prese in considerazione alcune ipotesi alternative, che vanno dal sindaco di Savona Marco Russo, unico primo cittadino di sinistra in un capoluogo ligure, al parlamentare Luca Pastorino di recente rientrato nel Pd e rieletto sindaco a Bogliasco, capace di sconfiggere Sandro Biasotti alle politiche nell'uninominale del Levante genovese, fino a Roberta Pinotti da qualche tempo defilata ma pur sempre reduce da una lunga esperienza in un ministero di alta fascia come la Difesa e quindi dotata di conoscenze e competenze adeguate.
Da Orlando alle possibili alternative, sono tutti personaggi con un profilo più politico che civico e quindi tra le forze che elessero e rielessero Giovanni Toti, peraltro sorretto anche da liste civiche e con un percorso di graduale emancipazione da Forza Italia nelle cui file si era formato, si comincia a pensare a una figura non completamente estranea alla politica. Il tutto in attesa che Claudio Scajola voglia scoprire la carta dei tre personaggi civici vincenti più volte citati, anche in un'intervista a Telenord, e che Fratelli d'Italia, primo partito della coalizione, consolidi all'esterno la sensazione di non considerare prioritaria la rivendicazione della candidatura, per la quale si era parlato di Simona Ferro, Stefano Balleari e Massimo Nicolò. Nessuno si scopre, Edoardo Rixi si è tassativamente chiamato fuori ben sapendo che sarebbe stato il profilo più forte, ma i nomi circolano: da Ilaria Cavo, già assessore con Toti e dal 2022 parlamentare, a Marco Scajola anch'egli tra gli uomini di punta delle due giunte Toti, fino a Carlo Bagnasco peraltro molto considerato dai vertici nazionali di Forza Italia e probabilmente destinato a un percorso nazionale. E poi c'è l'ipotesi più suggestiva che porta ai profili di Pietro Piciocchi, vicesindaco e alter ego di Marco Bucci, e dello stesso primo cittadino di Genova. Difficile ormai che l'identikit esca da questo novero. Si tratta quindi di capire, più che l'identità dei candidati, quale delle due coalizioni farà la prima mossa.
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