Lotta alle infezioni ospedaliere, in Liguria controlli "a tappeto"
di Redazione
A Genova infettivologi e igienisti. Diminuiscono i casi grazie all'attività di sorveglianza: contrae infezione uno su dieci
Le Infezioni correlate all’assistenza (ICA), sono infezioni che possono essere acquisite durante il ricovero o in altri contesti sanitari simili. Purtroppo, continuano a crescere in quasi tutti i Paesi europei, con un incremento medio annuo del 5%: se ne è parlato lo scorso 30 ottobre a Genova alla presenza delle autorità sanitarie regionali, di Giancarlo Icardi, Direttore UO Igiene del Policlinico S. Martino, Matteo Bassetti, Direttore Clinica Malattie infettive, Policlinico San Martino e Angelo Ferrari, Direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta.
La tematica delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) e dell’antimicrobico-resistenza (AMR) rappresenta da più di 30 anni un’importante criticità per la sanità pubblica: la Liguria, da anni, affronta in maniera organica questi aspetti fondamentali dell’assistenza, attraverso la propria commissione tecnica regionale (Cio regionale) e con continue attività di monitoraggio e controllo.
Dal 2015 è stato avviato, ad esempio, in tutti gli ospedali liguri (nei reparti a maggior rischio) e in alcune strutture residenziali (che hanno progressivamente aderito in maniera spontanea) lo screening per l’individuazione precoce dei soggetti portatori “silenti” di batteri produttori di carbapenemasi (CPE), tramite l’esecuzione di tampone rettale all’atto del ricovero, con conseguente attivazione, in caso di positività, delle misure di isolamento e delle precauzioni da contatto da parte del personale sanitario, necessarie a impedire la diffusione ambientale e/o la trasmissione di tali microrganismi ad altri pazienti degenti all’interno della struttura. Le Aziende restituiscono ad A.Li.Sa., ogni mese, reportistica sul numero di test effettuati ed i relativi risultati; oggi vengono eseguiti circa 5.000 tamponi al mese, con percentuali di positività comprese tra il 5% ed il 6% negli ospedali per acuti, più elevate invece nelle strutture residenziali (9-11%).
Con riferimento alla sorveglianza delle batteriemie (presenza di batteri nel sangue), l’analisi dei dati liguri evidenzia una significativa riduzione dei casi (solo 87 nel 2018 vs i 259 casi registrati nel 2015). Di fronte ad un’aumentata richiesta di test colturali, la percentuale di positività con presenza di CPE nel sangue mostra una riduzione, proprio a partire dal 2015 (in coincidenza con l’attivazione dello screening negli ospedali, la diffusione di linee di indirizzo per il controllo di CPE e non solo).
"Le infezioni correlate all' assistenza sono una criticità trattata da Regione con la medesima cura e attenzione di altre problematiche relative alla sanità. Le azioni che abbiamo intrapreso mirano a migliorare la qualità delle prestazioni e ad una adeguata formazione del personale, al fine di accrescere la percezione del problema", sottolinea Sonia Viale, vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria.
"Su indicazione della Giunta regionale, attraverso la Commissione regionale, continua il monitoraggio “a tappeto” delle strutture Liguri, confermando la Liguria, la regione che da sempre ha pienamente recepito le indicazioni ministeriali in materia. In Liguria, un paziente su 10 contrae un’ICA, che è lo stesso dato riportato a livello Mondiale dall’OMS: questo dimostra che, anche se il dato ligure 2019 sulla prevalenza ICA è del 9,3%, di poco superiore alla media italiana (8%), rappresenta una evidenza di come il nostro sistema sia più attento e puntuale nel monitoraggio dei dati, considerata anche l’età media elevata dei liguri", ha commentato Walter Locatelli, Commissario A.Li.Sa.
"Sulle infezioni ospedaliere e sulla gestione di quelle sostenute da germi resistenti, serve un nuovo approccio culturale. Bisogna spiegare ai pazienti che durante il ricovero, entro una certa soglia, il rischio di contrarre un’infezione è inevitabile e non è colpa né della struttura sanitaria né del personale medico - chiarisce Matteo Bassetti, Direttore Clinica Malattie Infettive, Università di Genova e Ospedale Policlinico S. Martino. - Il fenomeno delle resistenze agli antibiotici può essere governato e limitato solo attraverso un approccio multidisciplinare e condiviso da politici, operatori sanitari e popolazione. È evidente che se in Italia siamo ai primi posti in Europa per numero e quantità di germi resistenti, molto deve ancora essere fatto per arrivare alla migliore appropriatezza prescrittiva" conclude Bassetti.
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