Nicholas Rizzo: "Essere al Genoa è un sogno e lo vivo giorno per giorno"
di Redazione
1 min, 43 sec
Nato a Brescia, cresciuto nell'Inter ma le radici del giovane difensore sono nel Salento
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Un ragazzone di un metro e novanta della provincia di Brescia, cresciuto nelle giovanili dell'Inter ma con le radici ben piantate nella terra del Salento, in Puglia. Nicholas Rizzo si presenta in sala stampa con la valigia piena di sogni come qualunque 19enne che si rispetti. La trafila con la maglia nerazzurra gli ha permesso di mettere in bacheca un Torneo di Viareggio e un titolo di campione d'Italia Under17 ma lui, qui a Neustift, è arrivato soprattutto per imparare dai più esperti. "Io un possibile titolare? Non mi sento ancora pronto. Sono venuto qua con l'intento di prendere consigli dai veterani - spiega Rizzo - cercando di migliorare me stesso, ma non mi sento ancora pronto, soprattutto psicologicamente. Sono il più piccolo, sono appena arrivato quindi non mi sento ancora pronto".
"Sono un centrale difensivo mancino - dice presentandosi ai suoi nuovi tifosi - Il calcio per me è prima di tutto sacrifico e voglia di migliorarsi ogni giorno e come giocatore do grande importanza all'allenamento e alla costanza nel crescere giorno per giorno. Il Genoa per me è una squadra storica, una società storica ma anche una piazza molto importante. Sto vivendo un sogno, non mi aspettavo tutto questo e sono onorato di farne parte. Il mio idolo? Sicuramente Koulibaly".
E se pensa che nel suo futuro prossimo ci sarà l'ingresso nel catino del Ferraris, trovandosi davanti il muro della Nord... "Non ho ancora un'idea di quello che potrà essere - confessa sorridendo al solo pensiero - Non riesco nemmeno a immaginarmelo. Ripeto, sto vivendo un sogno e quindi lo sto vivendo giorno per giorno, cercando solo di dare il massimo".
Dopo la Gradinata, il grande banco di prova per ogni nuovo giocatore che sbarca a Genova è il derby. "Quando sono venuto a fare le visite mediche, mi hanno subito chiesto se tifavo Genoa o Samp e lì ho capito immediatamente che anche qui, come a Milano, il derby è una partita molto sentita. Ma è così in qualsiasi posto tu vada: il derby è il derby. Qualunque sia la città".
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