Ponte Morandi, ricostruzione tra ritardi e ricorsi
di Paolo Lingua
3 min, 3 sec
Il commissario-sindaco Marco Bucci dovrà armarsi, nel giro dei prossimi due anni, di tanta (santa) pazienza: la ricostruzione del ponte ex Morandi (abituiamoci a chiamarlo così) andrà avanti tra ritardi e ricorsi, sperando che non accada qualcosa di peggio. In Italia è impossibile essere veloci. Le leggi, i regolamenti, la burocrazia sono stati inventati non tanto per mettere tutto in sicurezza (altrimenti il ponte non sarebbe crollato), Ma solo per complicare la vita. La ricostruzione non è la decisione interna di un’impresa privata ma è una realtà pubblica. Quindi, meglio la pazienza ed essere sempre pronti ad arginare eventi negativi o comunque di ostacolo.
Proviamo a fare degli esempi che sono di pochi giorni fa. Due grandi aziende, con decenni di esperienza, si sono già sottratte al clan che deve ricostruire: sono la carena e la Vernazza. Hanno voluto evitare di pagare penali. Perché hanno capito che i tempi si allungheranno, non sarà possibile far lievitare i costi e la situazione di ingarbuglierà. La Società Autostrade per l’Italia che dovrebbe pagare (ma poi è vero?) la ricostruzione del ponte e del tratto autostradale ha annunciato ricorsi amministrativi, mentre prosegue la rissa con il Governo e in particolare con i ministri “grillini” che però non parlano più apertamente di rimozione della concessione per la gestione delle autostrade italiane. Marco Bucci – che forse non può fare diversamente anche perché i suoi interventi hanno un forte impatto con l’opinione pubblica genovese, e non solo – si sforza in ogni intervento di essere positivo e ottimista, annunciando che la ricostruzione sarà un modello di rapidità e di efficienza.
Pure ai ritardi non può sfuggire. Già questa mattina lo stesso Bucci ha annunciato che le demolizioni vere e proprie del lato del ponte dove è possibile intervenire dovrebbero iniziare nella prima decade di febbraio, in teoria con un mese di ritardo rispetto agli annunci, sia pure generici, iniziali. Però occorrerà che anche Marco Bucci si rassegni perché ogni giorno potranno sorgere problemi di ogni genere. I problemi sono infiniti: ci sono i disagi del traffico, i disagi dei residenti delle aree limitrofe ai lavoro non sgombrati, le problematiche dei quartieri tagliati fuori o non collegati, possibili intralci e ingolfi. Inoltre dei resti del ponte non si sa ancora tutto e c’è poi la parte sulla quale proseguono le valutazioni dei periti per conto della magistratura che sta allargando le indagini, non solo sulla parte tecnica, ma anche sulle complesse responsabilità dirette indirette. Non sono questioni generiche, ma problemi seri e complessi che, quasi sempre, sono collegati tra di loro. Poi non va dimenticato che il Governo non è disponibile per una realizzazione senza problemi e il più possibile spedita. I “grillini” sono animati da spirito punitivo (più operativa certamente la Lega) in particolare nei confronti delle Autostrade non è detto che tornino alla carica per bloccare o ritardare la realizzazione della Gronda che dovrebbe invece, per decisione del precedente governo, decollare nei prossimi mesi.
Anche sulla Gronda aleggia il misterioso processo della valutazione “costi-benefici”, anche se, in Liguria perché sentito dai giudici e per preparare la campagna elettorale del suo movimento, l’ex ministro Maurizio Lupi ha ribadito l’urgenza e l’utilità della struttura che lungo l’asse cittadino dovrebbe alleggerire i percorso dei cittadini privati e del traffico merci che tutti i giorni rischia l’ingolfamento e il blocco anche se avviene un semplice tamponamento. Bisognerà avere per i prossimi mesi i nervi d’acciaio per resistere a tutti gli “stop” grandi o piccoli ma non fermarsi mai. Il blocco del ponte autostradale ogni ora provoca un danno o una perdita economica alla città, al porto, alle imprese di ogni genere e soprattutto ai cittadini, vittime incolpevoli di gravi omissioni.
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