Positive dopo la seconda dose di vaccino: infettate da mutazioni multiple del virus
di Marco Innocenti
Due donne di 51 e 65 anni, in uno studio condotto su 417 persone tutte vaccinate: per loro solo sintomi lievi, risolti in pochi giorni
Due casi di infezione da covid in due persone vaccinate con doppia dose, una di Moderna e l'altra di Pfizer, risultate positive a più di due settimane dal completamento del ciclo vaccinale. E' il risultato di un monitoraggio effettuato dalla Rockefeller University di New York, pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio è stato condotto su un gruppo di 417 persone, tutte vaccinate ed ha portato - come detto - alla scoperta di due casi di positività.
Il primo riguardava una donna di 51 anni che aveva ricevuto la prima dose di vaccino il 21 gennaio e la seconda il 19 febbraio. Diciannove giorni dopo la donna ha iniziato ad accisare mal di gola e mal di testa e, dopo essere stata sottoposta a tampone, è risultata positiva ma i sintomi sono rientrati nel giro di una settimana, senza che si rendesse necessario alcun trattamento particolare o ricovero.
L'altra paziente è stata sempre una donna, di 65 anni stavolta, che aveva effettuato il vaccino lo scorso 19 gennaio e la seconda dose il 9 febbraio. Il 16 marzo, poi, ha iniziato ad accusare mal di testa, congestione nasale e affaticamento, risultando positiva a distanza quindi di 36 giorni dal completamento del ciclo vaccinale. Anche per lei, comunque, i sintomi non hanno reso necessario il ricovero e, dopo 3/4 giorni hanno iniziato a risolversi.
In entrambi i casi, è stato riscontrato un rapido e macroscopico innalzamento del titolo anticorpale (il numero cioé degli anticorpi nel loro organismo) ma anche la presenza di mutazioni multiple del virus, non riconducibili del tutto ad una delle varianti finora note. Il numero ristrettissimo di casi di infezione e il fatto che, in entrambi i casi, tutti i sintomi siano stati trattati in casa senza alcuna complicazione ulteriore, suggerisce comunque che la vaccinazione mantenga la propria altissima efficacia nel prevenire evoluzioni gravi della malattia. La presenza però di queste pur poche infezioni suggerisce che sia davvero importante pensare ad un terzo richiamo vaccinale per far fronte alle possibili nuove mutazioni del virus.
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