Sampdoria, a Reggio Emilia quarto pari di fila: da 0-2 a 2-2 in dieci (espulso Niang)
di Simone Galdi
Primo tempo regalato, ma sotto di due reti la squadra di Semplici si scuote. In 10 contro 11, la pareggia Oudin con una magia

Il momento della verità sul prato del 'Mapei Stadium' di Reggio Emilia: la Sampdoria di Leonardo Semplici strappa un punto d'oro contro i padroni di casa della Reggiana, per un match che poteva valere una buona fetta del percorso salvezza. Le due squadre restano a pari punti in classifica, al quint'ultimo posto a quota 32, appena un punto sopra al Brescia quart'ultimo. Per il Doria, se il campionato finisse oggi, sarebbe playout contro le rondinelle, essendo sfavoriti negli scontri diretti contro gli emiliani, dopo la sconfitta per 1-0 subita nella seconda di andata a Marassi e il pareggio odierno.
Il solito regalo - Semplici sceglie di tornare indietro rispetto agli undici titolari schierati contro il Palermo: Coda di nuovo in panchina, come Bereszynski, confermati Oudin e Sibilli davanti, Curto e Veroli dietro. Sulla fascia sinistra, Beruatto guarda Venuti che trova la 23a maglia da titolare in stagione. Si direbbe una formazione per andare sul sicuro, macinare quel po' di gioco visto nelle ultime uscite, invece è un segnale di timidezza. Un solo tiro in porta in 45 minuti, opera di Oudin servito da Depaoli (altra prova incolore la sua), Venuti ci prova ma non trova la porta. Per il resto è un monologo granata. Per onestà, la Reggiana non è nulla di trascendentale, ma mette a frutto una certa superiorità se non altro agonistica. La testa fa tutta la differenza anche in Serie B, a maggior ragione quando Cragno esce a vuoto sul cross a rientrare di Vergara. A Portanova non sembra vero di poter mettere le mani a cucchiaio dietro le orecchie, dopo aver insaccato.
Il momento più buio - Quando Vido - il migliore dei suoi - è costretto ad abbandonare il campo per infortunio proprio poco prima dell'intervallo, la Reggiana potrebbe accusare il colpo. All'intervallo Semplici ne cambia tre, richiamando gli spenti Depaoli, Curto e Meulensteen, e inserendo Coda, Bereszynski e Yepes. La scossa non si vede subito, per quanto il Doria provi ad affacciarsi con più convinzione dalle parti di Bardi. E' anzi la Reggiana a raddoppiare: Fiamozzi si beve Sibilli sul fondo, il numero 15 granata deve poi solo trovare il modo di far rimbalzare il pallone addosso a Gondo, appostato sul secondo palo, ad un metro dalla linea di porta. 2-0, è l'ora più buia della Samp in stagione.
Reazione... eccessiva - Solo in quel momento la Samp si scuote, dopo l'ingresso di Beruatto al posto di Venuti. Una prima conclusione di Coda è smorzata e non crea pericoli, ma al 68' Bardi è finalmente battuto. Ricci verticalizza per Sibilli, il colpo di testa dell'ex Bari trova Niang smarcato davanti alla porta. Facile per il senegalese fare 2-1, più difficile per lui conservare la lucidità. Già ammonito per aver passeggiato su Meroni, l'attaccante prova la scivolata sul suo diretto rivale. Non c'è contatto, l'arbitro Marinelli non dovrebbe estrarre cartellini, invece è giallo. Doppia ammonizione e cartellino rosso, un caso in cui il VAR non può intervenire. Sembra finire su quest'episodio sciagurato la partita doriana.
La magia di Oudin - Invece, come sempre accaduto in questa stagione, quando la Samp si trova schierata con un numero pari di uomini per effetto di un'espulsione, nessun avversario riesce più a segnare. E' invece il Doria a pareggiare: ancora Ricci che verticalizza, stavolta è Oudin a controllare con un palleggio su Sosa e un colpo al volo di sinistro per far esplodere di gioia i duemila blucerchiati sugli spalti del Mapei. Due pari, come poi reciterà la casella del risultato finale, con un paio di brividi ancora, quello provocato da Portanova a Cragno e quello di Coda per i tifosi emiliani. Sarebbe stato il 3-2, forse sarebbe stato troppo, ma Bardi e un certo destino dicono no, finisce qui. Quarto pareggio di fila, un'ora di partita regalata ad un avversario modesto e una classifica che fa sempre spavento. Ora la sosta, prima del Frosinone, rilanciato dal cambio in panchina. C'è poco da fare, è una stagione di sofferenza, i tifosi doriani l'avranno capito, ma farsene una ragione riesce sempre difficile.
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