Spezia, il nuovo direttore tecnico Macìa si presenta: "Convinto dal progetto"
di Redazione
Il dirigente spagnolo si è insediato questa mattina nel ruolo che è stato di Riccardo Pecini fino a poche settimane fa
"Avevo l'opportunità di tornare nel calcio sin da subito dopo l'esperienza con il Bordeaux. Ma ho reputato più intelligente fermarmi, scegliere bene il prossimo progetto. Non troppo tempo fa mi hanno contattato gli emissari dei Platek e mi hanno raccontato del progetto Spezia. Mi hanno fatto capire la loro visione e le loro ambizioni. Non rimane che lavorare. Le parole vanno veloci ed i fatti vanno più lenti. Se le parole vanno troppo lontano, i fatti non li raggiungeranno mai". Queste le prime parole di Eduardo Macìa da direttore dell'area tecnica dello Spezia Calcio.
Il dirigente spagnolo si è insediato questa mattina nel ruolo che è stato di Riccardo Pecini fino a poche settimane fa. Macìa ha firmato un contratto di quattro anni. "Se mi chiedi di vincere la domenica dopo, va bene anche un contratto di un anno. Ma se dobbiamo far crescere questa società, portarla ad un altro livello, allora serve un progetto di lungo termine. I Platek vogliono questo". Tra il primo contatto con lo Spezia e la stretta di mano decisiva ci sono 4 giorni. "Ho spiegato loro cosa pensavo di poter fare allo Spezia e come penso di poterlo fare. Sul contratto ci siamo messi d'accordo in cinque minuti. E' stata una trattativa concreta, basata sulla personalità del progetto. La città è piccola, vero. La piazza non è piccola, perché è calda e passionale. Quando ero alla Fiorentina sono venuto a vedere più di una partita al Picco. La società avrà la dimensione che le daremo noi".
Parole di stima per il tecnico Luca Gotti, che ha raccolto 8 punti in sette partite. "La scelta di Gotti è stata fatta con intelligenza: lavora in maniera molto metodica, è estremamente preparato, ha un approccio calmo, supporta il gruppo. Vediamo come migliorare tutto ciò. Devo parlare con lui questa settimana per capire come aiutarlo".
Sul mercato di gennaio: "Non dobbiamo cambiare 12 giocatori ogni volta, ma scegliere solo chi ti fa migliorare. Se hai una buona base, lo puoi fare. E poi, se arriva una grande squadra che ti chiede un calciatore, sono orgoglioso di poterlo cedere al prezzo giusto. La Premier League è irraggiungibile, ma per il ruolo di secondo campionato d'Europa, l'Italia può sfidare Spagna, Germani e Francia, che secondo me in grande crescita".
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