Terzo mandato, Toti: "Spaccatura nella maggioranza? Mi preoccupa di più quella fra il Parlamento e i territori"

di Filippo Serio

Il governatore ligure ribadisce: "E' un tema che riguarda le Regioni"

"Sul terzo mandato c'è un gigantesco cortocircuito politico in una Repubblica dove i parlamentari contrari ad ulteriori mandati per governatori e sindaci talvolta siedano in Parlamento dagli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, quindi una sorta di era geologica fa"- il presidente ligure Giovanni Toti commenta così la bocciatura dell'emendamento della Lega sul terzo mandato in commissione al Senato.

"Questo avviene in una Repubblica dove non c'è un limite per il presidente del Consiglio e per i ministri - ha aggiunto Toti -Dove il Governo sta discutendo sulla elezione del primo ministro in forma diretta".

"Continuo a pensare che gli elettori debbano avere l'ultima parola e che se in tutta Europa e in gran parte degli stati del mondo nessuno ha applicato questo metodo un ragionamento bisognerebbe farlo", aggiunge Toti.


Il governatore non preoccupa tanto la spaccatura interna alla maggioranza parlamentare, quanto quella dello Stato con i territori: "Non è tanto la spaccatura nella maggioranza romana, che mi preoccupa ben poco, non credo sarà questo a incrinare un governo che su molti fronti sta facendo bene. Ritengo che vi sia ormai una spaccatura profondissima tra un parlamento della Repubblica molto spesso fatto da parlamentari di fatto scelti o nominati dalla segreterie politiche e l'immensa periferia di questo Paese fatta di sindaci e governatori eletti direttamente dai cittadini e che alle elezioni amministrative performano rispetto alle liste dei partiti molto spesso in modo migliore. Basti pensare ai risultati delle liste civiche come quelle di Zaia o di Bonaccini o quelle della Liguria. Penso che se mai di qualcosa si deve occupare il Parlamento è la grande lontananza che ormai c'è tra una politica sui territori, dove i sindaci civici ormai sono la maggioranza e dove il voto locale prevale sul voto politico, e un Parlamento, dove non esistono preferenze e piccoli collegi, che si arroga in qualche modo il potere di decidere su città e regioni" ha aggiunto Toti