Torna Genoa Stories, al Museo del Genoa venerdì 21 febbraio alle 18: "Quelli della Caralis"
di Maria Grazia Barile
Ospiti Turone, Maselli, Corradi e Garbarini
Torna “Genoa Stories”. Le prime due puntate, quelle dedicate agli eroi di Anfield e al Genoa sanguigno e battagliero degli anni 80 sotto la presidenza di Renzo Fossati, sono state un grande successo. Non imprevisto perché sappiamo quanto i genoani tengano alla loro storia. La Fondazione Genoa, che è la fedele custode dei valori che da sempre animano una tifoseria speciale come quella rossoblù, quando ha deciso di dare il via a questi racconti genoani aveva ben chiaro il peso che la memoria ha tra i tifosi del club che ha portato il calcio in Italia. In questi momenti di vuoto sportivo e di crisi di identità, aggrapparsi ai valori che da sempre hanno guidato la tifoseria genoana non è un modo per sopravvivere ma soprattutto per guardare con fiducia al futuro. E’ quell’attaccamento viscerale alla maglia che si è smarrito e ci auguriamo non in maniera irreversibile che i tifosi vorrebbero ritrovare nella loro squadra. Il senso di appartenenza non lo si acquista al supermercato, ma lo si matura giorno dopo giorno vivendo la città e toccando con mano con quanto amore e passione il popolo rossoblù viva il suo essere tifoso del Genoa. Queste serate non sono solo un “com’eravamo”, ma anche un "come vorremmo tornare ad essere". E poi Tucidite l’ha scritto già nel 400 A.C.: “bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro”.
Perché il titolo “quelli della Caralis”? La Caralis era una bagnarola che Pippo Spagnolo aveva affittato per portare i tifosi genoani in Sardegna al seguito del Genoa impegnato a Sassari con la Torres. La Caralis è diventato un simbolo di genoanità, è l’emblema della rinascita dopo che la squadra che aveva portato il calcio in Italia era precipitata in serie C. A bordo ci sono mille genoani e anche in questo caso quel numero mille, riferito alla squadra della città da dove altri mille erano partiti per mare per fare l’Italia, diventa un simbolo. Quei mille irriducibili lanciarono un segnale chiaro: il Genoa, anche se costretto a giocare nei campetti di provincia, non morirà mai sino a quando continuerà a vivere nei cuori della sua gente.
L’appuntamento per “Quelli della Caralis, i ragazzi di Sandokan e Berrino” è per venerdì 21 febbraio alle ore 18 al Museo del Genoa. Si palerà della scalata in tre anni (1970-73) dalla serie C alla A. Saranno presenti Ramon Turone, Sidio Corradi, Claudio Maselli, Giorgio Garbarini e da Roma arriverà Mauro Berrino, il figlio dell’ex presidente rossoblù che farà anche una interessante digressione tornando al 1963 e svelando i retroscena di quando suo padre convinse Edoardo Garrone a diventare presidente del Genoa e di Paolo Mantovani che fece a sottoscrivere abbonamenti biennali del Genoa a tanti dirigenti Nai. A condurre insieme a Gessi Adamoli in questa occasione ci sarà Pinuccio Brenzini, the voice red and blu.
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