Acquario di Genova, la storia antica si immerge con gli squali
di Marco Innocenti
Otto anfore e i resti dell'albero maestro di una nave romana affondata oltre mille anni fa saranno il nuovo "arredamento" della vasca
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Apparentemente, gli inquilini della vasca sembrano non essersene nemmeno accorti ma l'arredamento della loro casa, da qualche giorno, è cambiato. L'Acquario di Genova, infatti, ha presentato il nuovo allestimento della vasca dedicata agli squali, quella che forse più di ogni altra attira l'attenzione dei visitatori: da qualche giorno, sul fondale della vasca, sono state adagiate otto anfore, recuperate clandestinamente nelle acque del porto di Genova e poi sequestrate dalle autorità. Da qui la decisione della Soprintendenza di trovare loro una casa tutta speciale, con anche dei guardiani tutti speciali: gli squali dell'Acquario. Le anfore sono state infatti adagiate delicatamente sulla sabbia della vasca, insieme anche ai resti dell'albero maestro di una nave romana affondata nelle acque del porto di Genova nel secondo secolo dopo Cristo.
“E' una vera innovazione e una grande collaborazione – afferma Beppe Costa, presidente e ad di Costa Edutainment – Da una parte perché inserire dei reperti del genere in una vasca non è cosa usuale e dall'altra perché la collaborazione fra Soprintendenza e Acquario è stata massima all'epoca della scoperta nel 2013. E' stata una grande emozione vedere questi reperti deposti sul fondo della vasca, perché specialmente per i genovesi e gli italiani permetteranno scoprire la storia della nostra città”.
I reperti, rimasti per oltre mille anni sui fondali del porto di Genova, trovano così una collocazione perfetta, che ricrea in tutto e per tutto le condizioni nelle quali sono stati conservati fino a pochi anni fa. Una nuova casa perfetta, specialmente per il legno dell'albero maestro.
“Immergendo questi reperti in una vasca di acqua salata come quella degli squali qui all'Acquario, non facciamo altro che ripristinare l'ambiente originario da cui questi reperti provengono – spiega Simon Luca Trigona, coordinatore del servizio tecnico di Archeologia Subacquea della Soprintendenza della Liguria – E' la posizione migliore. Solitamente tendiamo a non asportare i reperti dai fondali marini quindi re-immergerli è il luogo ideale dove posizionarli, soprattutto per il legno che presenta problematiche di conservazione e di restauro particolarmente difficili”.
La nuova vasca è un vero e proprio diorama, cioé la rappresentazione fedele dell'ambiente naturale del fondale del porto. Un'arma in più insomma, proprio in un momento in cui l'Acquario di Genova sta cercando di risalire la china dopo la chiusura per il lockdown, facendo i conti con numeri ancora troppo limitati ma che, almeno, fanno guardare al futuro con un briciolo di ottimismo.
“Al mese di ottobre il 60-65% dei numeri che facevamo lo scorso anno – analizza Costa – Un dato identico a quello che facevamo ad agosto e settembre. Nei mesi precedenti, i numeri erano più limitati anche per la situazione delle autostrade. Sono numeri che ci danno speranza per il futuro e su questi dobbiamo basarci per ricostruire. Novembre e dicembre sono mesi tendenzialmente di minor affluenza ma speriamo che i visitatori capiscano che qui all'Acquario si può venire per una visita in totale sicurezza. Certo che con percentuali del genere di afflusso non si può andare avanti nel lungo periodo. A malapena paghiamo i costi, escluso il canone che dobbiamo alla città e alla Porto Antico però la vita è questa e andiamo avanti. Abbiamo deciso di riaprire appena possibile e, se le norme ce lo consentiranno, resteremo aperti di nuovo 365 giorni all'anno”.
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