Addio a Gianluca Vialli, Mancini: "Perdo un fratello. Avevamo un sogno, lo porterò avanti"
di Edoardo Cozza
Il ct della Nazionale: "Da quando avevamo 16 anni sempre insieme. Gli dedicherò quella cosa che sognavamo insieme da una vita"
"Dopo Sinisa perdo un altro fratello, anzi: un fratellino, visto che da quando avevamo 16 anni siamo sempre stati insieme": così Roberto Mancini, al Corriere dello Sport, ricorda Gianluca Vialli, l'amico di sempre, morto ieri a 58 anni. Il ct della Nazionale era stato a Londra a trovarlo in quella clinica dov'era ricoverato per l'aggravarsi delle condizioni di salute: "Avevamo scherzato e Luca rideva di quando gli ho ricordato che Mantovani gli dava uno stipendio più alto del mio". E poi, come ha raccontato a Telenord un commosso Attilio Lombardo, c'era stato anche il tempo di una telefonata ad altri componenti di quel gruppo Samp che fece la storia: "Dai, chiamiamo Attila" aveva detto Vialli in quei giorni di fine dicembre.
Mancini ha ringraziato il presidente della Figc Gravina: "Lo ha voluto con noi all'Europeo come dirigente federale e Luca ha avuto un ruolo decisivo per la vittoria. Le lacrime dopo la vittoria erano di gioia, proprio in quello stadio dove 29 anni prima avevamo pianto di tristezza per aver perso la finale di Coppa Campioni contro il Barcellona".
Infine Roberto Mancini ha spiegato che lui e Vialli coltivavano un sogno: "Con la sua forza andrò avanti e gli dedicherò qualcosa che sognavamo da una vita".
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