Aggressioni in carcere, quattro agenti feriti in un giorno tra Genova e La Spezia
di Simone Galdi
I sindacati denunciano: polizia penitenziaria lasciata sola e senza strumenti per la sicurezza
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Quattro agenti di polizia penitenziaria sono stati aggrediti nel giro di poche ore in due distinti episodi, avvenuti nei penitenziari di Genova Marassi e La Spezia. Le prognosi per i poliziotti feriti variano dai due ai dieci giorni e si inseriscono in un contesto di ripetute violenze all'interno delle strutture di sicurezza italiane, più volte denunciato dai sindacati di categoria.
Gli episodi - Le aggressioni sono avvenute nel corso di sabato 22 febbraio. Presso il carcere di Marassi, tre poliziotti sono stati colpiti da un detenuto, riportando lesioni che hanno richiesto cure mediche con prognosi tra i due e i cinque giorni. Nella stessa giornata, un altro agente è stato aggredito a La Spezia, riportando ferite con una prognosi di 10 giorni. Entrambi i detenuti protagonisti delle violenze erano già noti per comportamenti problematici all’interno degli istituti di pena.
La denuncia dei sindacati - Sulla vicenda è intervenuto Fabio Pagani, segretario della UIL PA Polizia Penitenziaria, che ha espresso forte preoccupazione per la sicurezza del personale: "Uno stillicidio insopportabile nei confronti di poliziotti abbandonati a se stessi all’interno delle sezioni detentive e lasciati alla mercé dei detenuti. Non esiste altra categoria lavorativa con un rapporto operatore-utenza così squilibrato: un agente si trova spesso da solo a gestire sezioni con 50, 100 o 150 detenuti".
Emergenza sicurezza - Pagani ha poi sottolineato le gravi carenze strutturali e organizzative del sistema carcerario italiano: "L’incolumità fisica dei colleghi sembra non interessare nessuno. Gli agenti sono costretti a lavorare senza dispositivi di sicurezza personale, senza adeguati strumenti tecnologici e senza piani di emergenza efficaci". Una situazione che, secondo il sindacalista, mette quotidianamente a rischio il personale di polizia penitenziaria.
Sovraffollamento - Il problema della sicurezza negli istituti di pena è aggravato dal sovraffollamento: "Ci sono 16mila detenuti oltre i posti disponibili e mancano più di 18mila unità negli organici della polizia penitenziaria. A questo si aggiungono carenze strutturali e infrastrutturali che rendono il sistema sempre più ingestibile". Secondo Pagani, le soluzioni proposte finora, come la nomina di commissari straordinari o l’aumento dei posti detentivi, non sono sufficienti se non accompagnate da un piano di assunzioni significativo.
Riforme necessarie - "Servono misure urgenti per ridurre la densità detentiva e un potenziamento del personale di polizia penitenziaria", ha concluso Pagani. Il sindacato chiede anche un rafforzamento dei servizi sanitari all’interno delle carceri e una riforma complessiva dell’apparato dell’esecuzione penale per migliorare la gestione e la sicurezza degli istituti di pena.
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