L'architettura oggi, una riscoperta sociologica per Andrea Margaritelli
di Redazione
Le riflessioni sul post coronavirus nella conferenza di Artour-O moderata da Tiziana Leopizzi
Ai tempi dell'isolamento per l'emergenza Covid-19 Tiziana Leopizzi, architetto imprestato all'arte dal 1996, accademico ad honorem e Ambasciatore di Genova nel Mondo, non si ferma. Lo fa con l'ausilio della tecnologia, proprio come le tante aziende che coinvolge nei suoi progetti e che hanno attivato radio, giornali, canali di intrattenimento e artistici per i propri dipendenti e per i clienti in un periodo storico così complesso. Nella conferenza online del 3 aprile una sfilata di nomi illustri e di giornalisti hanno partecipato all'evento per parlare del post coronavirus e di come stia cambiando la quotidianità e il tessuto imprenditoriale italiano.
Qui entra in gioco il format targato Leopizzi (per maggiori informazioni cliccare qui ) per portare l'arte nel mondo innestandola nelle aziende, nei templi istituzionali e storici, in contenitori di prestigio, nella didattica e shakerandola con musica, cibo, teatro, moda, espressioni creative tra le più dirompenti e contemporanee. L'arte diventa comunicazione e ripensa il rapporto tra demiurgo creatore e committente.
Tra le linee guida per il futuro sono state evidenziate le modalità di smart working, il principio del Disagree & Commit, quindi quella capacità imprenditoriale di prendere decisioni rapide (a volte impopolari) per fronteggiare la crisi. Si è discusso di brand awareness, il cui punto di arrivo auspicato è quello di essere identificati nell'immaginario come l'oggetto o il servizio in cima a desideri e aspirazioni dei consumatori.
Tra gli imprenditori illuminati che hanno evidenziato il proprio percorso creativo e culturale di questi giorni Andrea Margaritelli di Listone Giordano, che ha riportato ad esempio l'articolo su "One" di Maurizio De Caro. Un modo di puntare il dito su quell'emergenza comportamentale già evidenziata a suo tempo da Blaise Pascal che sottolineava : "Tutta l'infelicità dell'uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo". Da qui l'esigenza di commutare la visione dell'architettura, dal fenomeno della spettacolarizzazione degli ultimi anni a quel ruolo che Listone Giordano sottolinea da tempo, cioè "Di contenitore esistenziale e programmatico".
Come ben delinea De Caro in definitiva "L'architettura deve esplorare l'emergenza come sollecitazione sociologica". Il segreto forse è racchiuso qui, in un adattamento temporaneo che riscopra la forza dell'essenziale e della razionalità, pur guardandosi allo specchio senza le deformazioni dei condizionamenti globali.
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