Autostrade, arrestati l'ex ad Giovanni Castellucci ed altri 5 manager
di Redazione
La Finanza li ha arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulle barriere fonoassorbenti: attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture le accuse
Nella mattinata di oggi, 11 novembre, la Guardia di Finanza ha eseguito una serie di misure cautelari nei confronti di manager o ex manager di Autostrade per l'Italia per l'inchiesta sulle barriere fonoassorbenti, inchiesta parallela a quella sul crollo di Ponte Morandi. Su richiesta della Procura di Genova, il gip ha emesso le ordinanze e, a finire ai domiciliari, è stato anche Giovanni Castellucci, ex ad del gruppo. Stessa misura per Paolo Berti e Michele Donferri Mirella. Misure interdittive invece per il direttore del primo tronco Stefano Marigliani, per Paolo Strazzullo e Massimo Miliani. Le accuse sono di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.
L'indagine sui pannelli fonoassorbenti è una costola nata dall'inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Gli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle, guidati dal colonnello Ivan Bixio, hanno scoperto che gli ex vertici erano consapevoli che le barriere fossero difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese). In particolare, è emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell'azione del vento, nonché dell'utilizzo di alcuni materiali per l'ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti.
Dalle indagini è emerso che gli indagati non hanno proceduto volontariamente ai lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi. Gli inquirenti hanno contestato una frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l'inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione - obbligatoria - all'organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti). Tra gli indagati, secondo quanto già emerso, figura anche l'attuale ad Roberto Tomasi ma la sua posizione potrebbe poi essere archiviata a breve.
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