Bassetti a Telenord: "Presto per la quarta dose, gli ucraini vanno vaccinati"
di Redazione
"Non è bello andare a lavorare scortato. Sono un uomo libero, dico quello che penso. La gente che entra in Clinica è terrorizzata come allora, ma la situazione è cambiata"
Due anni dal primo lockdown visto da Matteo Bassetti, uno dei medici entrati in questi due anni nelle case degli italiani attraverso la tv. Il responsabile della Clinica di Malattie Infettive è intervenuto stamani alla Diretta Live di Telenord. "Cosa ricordo di due anni fa? Ricordo l'annuncio di Conte, ricordo la città vuota, con solo noi sanitari in giro. Ricordo certe misure che sono state adottate dal Governo che la gente ha compreso con difficoltà. Le multe per strada, gli elicotteri che inseguivano i runner, l'autocertificazione per andare a trovare la fidanzata".
Un tema questo che ha sempre visto il medico genovese fra gli scettici. "Diciamo che se allora non c'erano alternative, oggi alcune limitazioni continuano ma sono molto meno comprensibili. Credo che la politica dovrebbe farsi un esame di coscienza e cercare di capire se valga la pena proseguire con la logica dell'obbligo o se invece percorrere la strada dell'educazione della gente. Convivere con il virus si può. Ma in due anni ha vinto la scienza, la politica molto meno".
In queste ultime settimane l'Ucraina è diventata scenario di guerra e molti sono i profughi arrivati in Italia.
"E' un'emergenza umanitaria ma anche sanitaria - spiega Bassetti - il 90% della popolazione ucraina non ha fatto la terza dose e quindi dobbiamo pensare di dover provvedere a questa. Insomma srve a chi viene qui una dose di richiamo"
E' indubbio che in questi due anni sono cambiate tante cose anche per il professore. "Sì, la mia vita è cambiata profondamente, non in meglio. Venire a lavorare scortato non è piacevole. Ma la mia forza è quella di essere un uomo libero, ho sempre detto quello che poensavo, quello che credevo fosse giusto". Sul rapporto con i media. "Io credo che ai giornalisti piaccia un uomo senza peli sulla lingua, quando c'è da parlare, da prendere posizioni critiche io lo faccio, senza curarmi più di tanto delle conseguenze. Il mio pensiero è rigoroso, basato su dati scientifici. I genovesi intelligenti lo hanno capito e pensano che io possa essere utile. Quelli che invece preferiscono odiare, peggio per loro":
A San Martino Bassetti ha visto transitare tantissimi pazienti in questi due anni. "In ospedale ne sono passati circa 5 mila, 2.400 solo nella nostra clinica. No, non ho notato che il loro atteggiamento quando arrivano sia cambiato. Sono terrorizzati. Ma oggi non è come due anni fa, oggi abbiamo la cura. E' sbagliato il terrore. Dobbiamo imparare a convivere con il virus, lo ripeto".
Ma davvero gli italiani sono cambiati, hanno imparato qualcosa? Per esempio sotto il profilo dell'igiene? "Me lo auguro. Alcune cose sono effettivamente cambiate per tutti. Lavarsi le mani, non andare a lavorare con la febbre, mettere la mascherina in determinate occasioni, vaccinarsi. Semplici norme di igiene pubblica, speriamo che certe cose rimangano anche quando non sarà più un obbligo".
Infine sulla quarta dose: "E' ancora presto per immaginare di doverla fare, ora serve solo allepersone fragili. Poi a settembre vedremo"
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