Bimbo ferito a Ventimiglia, l'ospedale Gaslini: "Dimesso dalla terapia intensiva, le sue condizioni sono soddisfacenti"
di Filippo Serio
Informazioni dall'ospedale pediatrico genovese: "Il piccolo ha iniziato il suo percorso riabilitativo"
R., il bimbo di 6 anni residente a Ventimiglia ricoverato il 19 dicembre 2022 in gravissime condizioni all'ospedale pediatrico Gaslini di Genova con lesioni profonde a milza e polmoni oltre che alla frattura di 8 vertebre è stato dimesso ieri dal reparto di terapia intensiva.
Ne ha dato notizia l'ospedale stesso tramite una nota: "La Direzione Sanitaria dell'Istituto Giannina Gaslini informa che il piccolo R., arrivato da Ventimiglia il 19 dicembre 2022 all'ospedale pediatrico genovese in gravissime condizioni, e da allora ricoverato, è stato dimesso ieri dalla Terapia intensiva. Le sue condizioni cliniche sono ad oggi soddisfacenti ed ha iniziato il suo percorso riabilitativo.
Il padre del bimbo, Simone C. ha scritto sui propri profili social: "Arrivo a Genova e ricevo una notizia fantastica. Dalla semi intensiva siamo in fisiatria. Niente di più bello, ho gli occhi lucidi ma finalmente per la felicità. Continua così campione".
Per la vicenda la procura di Imperia aveva aperto un fascicolo contro ignoti. La nonna e il suo compagno, cui il bambino era stato affidato, nell'immediatezza dei fatti, ovvero quando il bimbo era stato all'ospedale Gaslini, avevano detto che era sfuggito al loro controllo ed era stato probabilmente investito da un'auto.
Successivamente, il 28 dicembre, accreditata un'ipotesi di maltrattamenti da parte della nonna e del compagno, era stato indagato prima il compagno dell'anziana poi la nonna per lesioni gravissime in concorso.
Ciò che è accaduto al bambino ha assunto una tale rilevanza mediatica che lo stesso procuratore di Imperia Alberto Lari ha firmato il 17 gennaio una nota nella quale ha ritenuto "pur nel rispetto del segreto di indagine, di dover indicare alcuni elementi attualmente acquisiti con ragionevole attendibilità. Gli accertamenti sinora effettuati - scriveva allora Lari - in ordine alla produzione delle più gravi lesioni riportate dal minore e che ne hanno determinato il pericolo di vita, non paiono ricondurre dette lesioni a condotte volontarie di percosse o maltrattamento. Il che ovviamente - sottolineava Lari - non esclude in radice che condotte lesive volontarie possano essersi realizzate in epoca antecedente, tema investigativo questo in fase di approfondimento sul quale non è possibile allo stato formulare alcuna anticipazione".
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