Blocco del canale di Suez, si pensa a nuova strategia: alleggerire la Ever Given
di Marco Innocenti
Nemmeno l'alta marea è bastata a disincagliare la nave. La prossima mossa potrebbe essere il trasbordo di 800 dei 18.300 container del carico
C'è anche un po' d'Italia all'opera nel canale di Suez, dove da martedì 23 marzo è intraversata la nave portacontainer Ever Given, bloccando completamente il passaggio in una delle vie d'acqua più importanti e trafficate del mondo. Sul posto, a lavorare intorno alla nave, è arrivato infatti anche il rimorchiatore italiano "Carlo Magno", insieme a quello olandese "Guard Alp". Purtroppo nemmeno l'alta marea ha cambiato la situazione e la meganave è rimasta incagliata.
Mentre i rimorchiatori tentano di muovere la nave, da sotto le draghe proseguono il loro incessante lavoro di aspirazione del fango e dei sedimenti che tengono incagliata la prua. Al momento, sono 327 le navi in coda, in attesa che il traffico nel canale riprenda: 134 a nord nel Port Said Anchorage, 42 nel Great Bitter Lake al centro del canale e 151 a sud nel Port Suez Anchorage.
Le operazioni con i rimorchiatori dovrebbero riprendere nel pomeriggio di oggi, domenica 28 marzo, ma se anche queste dovessero rivelarsi inefficaci, non è da escludere che l'Autorità del canale decida di cambiare strategia, iniziando ad alleggerire il carico della Ever Given con un trasbordo di 7/800 dei 18mila 300 container presenti a bordo al momento dell'incidente. Un'operazione logistica molto complessa, vista la situazione in cui si sarebbe costretti ad operare, ma soprattutto un'operazione che costringerebbe l'Autorità del canale a tenere chiuso ancora per diversi giorni. Con tutti i problemi di ordine economico che questo porta con sé.
Intanto, in attesa di sviluppi, si fanno le stime dei tempi di ripartenza dell'operatività una volta che la Ever Given verrà disincagliata, ma soprattutto dei danni che l'armatore potrà essere chiamato a rifondere. Secondo Maersk, solo per smaltire il mega ingorgo venutosi a creare intorno al canale, potrebbero servire dai tre ai sei giorni. Msc invece ha fatto sapere che sono ben 30 le navi, fra quelle direttamente operate e quelle in alleanza con Maersk, direttamente toccate dal blocco: 19 sono all'ancora a nord o a sud del canale mentre altre 11 sono state già dirottate verso il Capo di Buona Speranza.
Come detto, c'è poi il capitolo assicurativo. La Ever Given, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, ha una copertura assicurativa di 3,1 miliardi di dollari, ma questa cifra potrebbe anche non bastare alla Shoei Kisen Kaisha, la compagnia giapponese che possiede la nave, presa in gestione dalla taiwanese Evergreen Marine Corporation, per coprire le richieste danni che potrebbe essere avanzate. In primis, dalle autorità egiziane, per i mancati introiti dovuti al traffico lungo il canale. Poi si aprirà tutto il fronte delle azioni risarcitorie da parte delle compagnie le cui navi sono ferme all'ancora da giorni, con i conseguenti ritardi e deperimenti dei carichi. Senza contare quelle relative alle navi costrette a cambiare la loro rotta e dirigersi verso il Capo di Buona Speranza, allungando i tempi e aumentando i costi di trasporto. Difficile, se non impossibile, al momento quantificare queste voci. L'unica cosa certa è che, alla fine, si tratterà di cifre enormi e di lunghe battaglie legali. Basti pensare che, secondo un'analisi di Lloyd's List, il danno per l'interruzione dei traffici all'interno del canale ammonterebbe a qualcosa come 9,6 miliardi di dollari al giorno.
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