Bruno Rossi, papà di Martina: "Spero in una condanna e non in una presa in giro"
di Gregorio Spigno
"Come si può avere giustizia? In che Paese viviamo? Ci hanno tolto la vita, la cosa più bella del mondo"
A seguito delle novità sul processo Martina Rossi, è arrivato il commento di papà Bruno, lievemente sollevato dalle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha annullato l'assoluzione dei due imputati e disposto un appello bis: "Dalle motivazioni emerge la verità su quanto successo a mia figlia, ma sono stati persi dieci anni. Dieci anni in cui io e mia moglie abbiamo lottato perché potevamo. Ma se ci fossero stati altri due genitori senza le nostre risorse, come avrebbero fatto. Ci hanno tolto la vita, la cosa più bella del mondo. E i giudici di appello stavano facendo passare un brutto segnale: che chi compie una nefandezza tale può pensare di farla franca. Ma queste persone, e anche chi ci comanda, hanno una coscienza? Hanno dei figli, nipoti a cui potrebbe succedere una cosa del genere?" Da queste motivazioni - prosegue Rossi - emerge quanto successo a Martina: pensava di trovare due persone normali e invece ha trovato due delinquenti. Io mi chiedo come, con tutte le evidenze raccolte nelle indagini, abbia fatto a durare così tanto tutto l'iter processuale. E poi, tutti solidali contro di lei: tutte queste bugie, i mezzucci, i sotterfugi sono stati difficili da comprendere e sono stati un dolore grande. Spero che adesso ci sia una sentenza di condanna e non una presa in giro. Questa sentenza è stata possibile perché noi abbiamo lottato per dieci anni. Ma come fanno le persone normali per avere giustizia? In che Paese viviamo?"
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