Burocrazia e attese infinite, il lungo calvario per il rinnovo dei permessi di soggiorno a Genova
di Emilie Lara Mougenot
Tempi lunghissimi e incertezze: chi attende il rinnovo del permesso di soggiorno rischia di restare bloccato per mesi senza diritti e opportunità

L’integrazione passa anche dalla rapidità e dall’efficienza delle procedure amministrative, ma a Genova il rinnovo dei permessi di soggiorno si trasforma spesso in un percorso a ostacoli. Tempi di attesa che superano i nove mesi, difficoltà nell’ottenere appuntamenti e normative complesse lasciano migliaia di persone in una condizione di incertezza, con conseguenze dirette su lavoro, assistenza e mobilità. Un problema sollevato nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione di esperti, associazioni e rappresentanti istituzionali.
Attese interminabili – Chi deve rinnovare il permesso di soggiorno a Genova si scontra con quella che è stata definita una “coda invisibile”. Anche solo ottenere un appuntamento in Questura può richiedere oltre nove mesi, ai quali si aggiungono ulteriori ritardi per il rilascio effettivo del documento. Nel frattempo, chi attende resta bloccato in un limbo burocratico che impedisce l’accesso al lavoro regolare e ai servizi essenziali.
Un problema strutturale – Il tema è stato affrontato da amministratori e rappresentanti del terzo settore, che hanno messo in evidenza come la questione non sia solo burocratica ma anche sociale. “Il Comune deve assumere un ruolo di coordinamento per risolvere il problema”, è stato sottolineato nel corso dell’incontro. Tra gli interventi, quello del consigliere comunale PD SiMohamed Kaabour, che ha portato il tema all’attenzione dell’ANCI e del Consiglio comunale, e del consigliere regionale Dem Simone D’Angelo.
Le voci dal territorio – La conferenza ha raccolto testimonianze dirette di chi vive quotidianamente le difficoltà del sistema. Sono intervenuti rappresentanti di associazioni come Arci Solidarietà, CGIL, UIL e USEI, oltre a esponenti delle comunità migranti attive a Genova. Epiphana Lubangula, presidente dell’Associazione Amici della Tanzania, e Kiros Menghistie, dell’Associazione di solidarietà italo-etiope-eritrea, hanno raccontato l’impatto concreto di queste lungaggini sulle persone che assistono.
Sinergia necessaria – Dalla conferenza è emersa la necessità di un’azione congiunta tra enti locali, Questura e associazioni per rendere più efficiente il processo di rinnovo. La burocrazia lenta non è solo un ostacolo amministrativo, ma una barriera all’integrazione e all’accesso ai diritti. L’appello unanime è stato quello di semplificare le procedure e ridurre i tempi di attesa, per garantire a tutti la possibilità di partecipare pienamente alla vita della città.
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