Caso Toti: dimissioni per evitare il giudizio immediato, il dilemma del presidente è una corsa contro il tempo
di Redazione
La Procura potrebbe chiedere il processo ai primi del mese prossimo ma ci sono le incognite sui tempi delle eventuali elezioni anticipate
La nuova ordinanza di custodia per corruzione e l'ipotesi che la Procura chieda il giudizio immediato per Giovanni Toti, Paolo Emilio Signorini e Aldo Spinelli sta aumentando la pendenza del piano inclinato su cui il presidente della Regione si trova dal 7 maggio, data dell'avvio agli arresti domiciliari.
Nelle ultime ore i ragionamenti giudiziari vanno sovrapponendosi e intrecciandosi a quelli politici: le dimissioni, alla luce dei provvedimenti finora emessi dal gip Faggioni su richiesta della Procura, consentirebbero a Toti di allontanare la prospettiva del giudizio immediato, che i pm Luca Monteverde e Federico Manotti in astratto potrebbero chiedere in forma “custodiale” già dall’inizio della prossima settimana, scaduti i termini per proporre appello al Riesame sul secondo ordine di custodia del presidente. A quel punto, se la Procura decidesse di andare avanti, nel giro di pochi giorni il tribunale fisserebbe la data del processo, saltando l’udienza preliminare. Toti e il suo avvocato Stefano Savi potrebbero scegliere la strada di uno dei riti alternativi, patteggiamento o rito abbreviato, oppure decidere di andare subito a dibattimento, fidando di dimostrare l'infondatezza degli addebiti in un tempo relativamente breve. Una strada comunque tutt'altro che agevole. Se Toti volesse sottrarsi a questo scenario, le dimissioni dovrebbero arrivare entro la fine di questa settimana o nei primissimi giorni della prossima, per avere il tempo di chiedere la revoca dei domiciliari al gip Faggioni facendo così cadere, in caso di accoglimento della richiesta, il presupposto del giudizio immediato.
Ma c'è appunto la politica. Da una parte Toti, preso atto della sopravvenuta impraticabilità del terzo mandato, vorrebbe ripartire dallo scenario nazionale, sfruttando la prima occasione utile di un'elezione suppletiva al Parlamento. Dall'altra nel centrodestra ligure e nazionale non c'è tutta questa fretta di accelerare i tempi, perché la prospettiva delle elezioni in autunno sembra trovare l'attuale maggioranza meno pronta del centrosinistra sia su assetto di coalizione, dato il peso numerico dei civici totiani nella precedente consultazione, che sulla figura del candidato presidente. Inoltre in autunno sono già fissate le elezioni regionali in Toscana e Umbria, la prima saldamente in mano alla sinistra e la seconda indiziata di tornare alla sua collocazione storica, scenario che indurrebbe il centrodestra ligure a puntare a un rinvio almeno alla primavera 2025. In definitiva il destino politico e personale di Toti corre su binari diversi da quello della sua maggioranza e in pochi giorni si chiarirà lo scenario.
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