Caso Toti, giorno 14: il punto. Interrogatorio il 23, poi i due Spinelli, presto sentiti Bucci e Aponte, dalle intercettazioni spunta Burlando
di Redazione
Si sono abbreviati i tempi del confronto del governatore con i pm Manotti e Monteverde
A due settimane dagli arresti di Giovanni Toti, Aldo Spinelli e Paolo Emilio Signorini, è stato fissato per la mattina di giovedì 23 maggio, in sede da definirsi e probabilmente a Palazzo di Giustizia, l'interrogatorio davanti ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde del presidente della Regione Liguria. Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Paola Faggioni nell'interrogatorio di garanzia, chiedendo di studiare a fondo le carte (oltre 600 pagine di ordinanza e 9000 di allegati), Toti aveva chiesto di incontrare la Procura. Sulle prime, da fonti giudiziarie, i tempi erano parsi non immediati, ora l'accelerazione.
DIMISSIONI - Dopo l'interrogatorio, il presidente potrebbe verisimilmente chiedere la revoca della misura cautelare, premessa per decidere se e come proseguire nel mandato politico che ha scadenza naturale nell'autunno del prossimo anno. Peraltro Alessandro Piana, vicepresidente facente funzioni, ha sottolineato come Toti non intenda dimettersi: "Il governatore rimarrà saldamente sulle posizioni che ha anticipato fin dai primi giorni sulle dimissioni e di questo, come Regione e componente politica, gliene siamo grati. E' un atto di responsabilità importante".
BUCCI E APONTE - Nei prossimi giorni, come persone informate sui fatti, saranno ascoltati anche il sindaco di Genova Marco Bucci e il patron di MSC Gianluigi Aponte, non indagati e più volte citati negli atti dell'inchiesta e nelle intercettazioni tra gli indagati. L'entourage dello stesso Aponte, negli atti, viene indicato come il vero regista del rinnovo trentennale della concessione sul Terminal rinfuse. Si legge infatti come "la clausola inserita nel testo della concessione" su iniziativa di Giorgio Carozzi, componente del comitato di gestione del porto, era stata "modificata su suggerimento di Lavarello per conto di Aponte".
ALDO E ROBERTO SPINELLI - Si profila un secondo giro di interrogatori, stavolta davanti ai pm, per Aldo e Roberto Spinelli. I difensori dei due, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, si sono recati in procura per spiegare che, dopo aver finito di leggere tutte le carte, i loro assistiti sono disponibili a farsi sentire.
"LECITI" O "ILLECITI", DISPOSTA PERIZIA - Finanziamenti a Toti "illeciti", come da trascrizione, o "leciti" come sostiene di aver detto Roberto Spinelli? Su impulso della Procura a seguito della sollecitazione specifica degli avvocati difensori dei due imprenditori, il gip nominerà un perito che riascolti la registrazione e poi la trascriva.
DALLE INTERCETTAZIONI SPUNTA BURLANDO - Nelle conversazioni intercettare, il manager Alfonso Lavarello e il giornalista Giorgio Carozzi, componente comitato portuale, si trovano a parlare di Claudio Burlando. Lavarello in un passaggio afferma: "Non capisco come Burlando possa avere del potere. Ma questi quattro mezzi politici che abbiamo qui mi hanno spiegato che invece ce l'ha perché c'è una percezione... perché ha incidenza sulla Culmv". Al che Carozzi: "No, sulla Culmv non ne ha più, ha il potere degli affari, delle congreghe... ha il potere degli inciuci, no? Gli amici degli amici...". Lo stesso Burlando, estraneo all'inchiesta e non indagato, in un'intercettazione si lamenta con Spinelli di Rino Canavese, componente savonese del Comitato. "Bisogna levare Canavese" dice Spinelli, Burlando "E lo so", Spinelli "Adesso con il sindaco di Savona vado a parlarci io", Burlando "Va bene, va bene dai".
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