Cercasi Sampdoria che lotti disperatamente e furibondamente
di Claudio Mangini
Qualche attenuante c'è, come il rigore non concesso per il fallo di Toloi su Quagliarella, ma quello andato in scena è stato il primo tracollo del Giampaolo bis
Peggio di così non poteva andare. Doveva essere, quella con l’Atalanta, la caccia al colpo grosso, l’inversione di tendenza del trend contro le grandi – solo due risultati positivi contro le squadre da scudetto o da zona Europa, il 2-2 con l’Inter alla seconda di campionato e l’1-1 contro la Roma all’Olimpico alla 19° -, ne è uscito un risultato traumatico, il primo tracollo della gestione Giampaolo, una delle più brutte, forse la peggiore, prova della stagione. Eppure i presupposti sembravano esserci: un’avversaria reduce da una sfida europea in trasferta, con la rosa falcidiata da assenze importanti e penalizzata in extremis dall’acciacco che ha tolto di gara l’ucraino Malinovski in fase di riscaldamento. Invece: «Siamo stati surclassati sul piano fisico e tecnico. Se non puoi sostenere i duelli, perdi metri e campo. Questo è successo». Lo ha detto Marco Giampaolo, con lucida onestà, e questo è già un pregio.
Partiamo dalle attenuanti, per aggiungere sfumature e chiavi d’interpretazione allo scenario. L’Atalanta era sì in deficit di ore di recupero e con la rosa accorciata, ma con una carica adrenalinica (dopo il break 3-0 ad Atene) e un trend di condizione fisica atletica al rialzo. Per la Sampdoria c’era un rigore sullo 0-1 – Quagliarella agganciato da Toloi, che entra pulito sulla palla, poi ostacola l’attaccante della Sampdoria anche allargando il braccio sinistro, impedendogli di giocare palla in area. L’arbitro Sozza ha sbagliato, quantomeno doveva essere chiamato il check dell’azione al Var. Quello che non si capisce è lo spirito “olimpico” e autolesionistico di una formazione (di cui Quagliarella, fra l’altro, è capitano) che quasi mai alza la voce per il torti subiti.
Vogliamo immaginare come avrebbero reagito i giocatori della Juventus sul terreno o Gasperini a bordo campo ad analoga situazione? Terza considerazione: nel secondo tempo, la Sampdoria, dopo qualche minuto, ha ritrovato passo, lucidità e collegamenti, ha alzato il baricentro, inquadrato in un paio di occasioni la porta avversaria, poi – sfiorato il 2-1 - ha subito il 3-0. Saracinesca abbassata: fine. Ultima considerazione, non pretestuosa: la Sampdoria 2021-22 è terribilmente dipendente dalle giocate e dalle illuminazioni di Candreva. Sembra un appiglio minimo far riferimento all’assenza di un uomo quando, dall’altra parte, erano fuori Zapata, Muriel, Ilicic, Djimsiti, Demiral e infine Malinovski, ma la realtà, in casa Sampdoria è questa.
Aggiungete – ma non è l’ingrediente finale, probabilmente è il principale della disfatta – che Giampaolo, facendo appello alla sua filosofia non più rigida ma tatticamente adattabile, ha provato a disporre la Sampdoria a specchio dell’Atalanta probabilmente per non concedere superiorità a centrocampo, stravolgendo però una difesa che aveva perfettamente funzionato a 4 e si è indebolita con l’innesto dell’incerto Magnani, autore del harakiri dello 0-1, ed ecco che il quadro comincia a delinearsi. P.S.: «Avevamo preparato la partita in un certo modo. Quando prendi gol sùbito, a livello mentale tutto diventa più difficile». Questo lo ha detto Conti, e anche in questo caso l’analisi è onesta e inconfutabile.
Sottolineato tutto questo, serve aggiungere che il cammino del Giampaolo bis è finora totalmente opposto fra rendimento in casa e in trasferta. Fuori tre sconfitte (Spezia, Milan, Atalanta), 0 gol fatti, 6 gol subiti. In casa, due vittorie nette, Sassuolo ed Empoli, 6 gol realizzati, 0 subiti. La Samp è ripiombata in pienissima zona pericolo, molte avversarie dirette hanno partite da recuperare (Udinese e Salernitana 2, Empoli e Venezia 1). Mancano 11 partite, di cui 5 in casa e 6 fuori. Ma è impensabile costruire la salvezza solo a Marassi (Juventus, Roma, derby, Fiorentina e in mezzo la Salernitana). Servono punti fuori, può aiutare un Giampaolo duttile ma serve un’identità precisa di squadra, è indispensabile trovare la quadra dei meccanismi difensivi anche in trasferta, infine è necessario recuperare, a tutti i costi, Giovinco e Supryaha. Ultima nota: cercasi Sampdoria che lotti disperatamente e furibondamente (e per questo il carattere e le geometrie di Rincon sono necessarie).
A Udine potrebbe bastare un pari, se poi si riuscisse a centrare il break a Venezia. Ma si deve andare a giocare compatti a caccia dell’obiettivo: se la Sampdoria fosse quella della Spezia, si consegnerebbe inevitabilmente all’avversaria.
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