Cgil Genova: salari, part-time e molestie, le donne ancora penalizzate nel lavoro

di M.C.

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In Liguria, il gender pay gap e il part-time femminile segnalano un mercato del lavoro ancora sbilanciato. Serve una lotta concreta al patriarcato

Cgil Genova: salari, part-time e molestie, le donne ancora penalizzate nel lavoro

L'Assemblea Generale della Cgil Genova, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, denuncia le disuguaglianze di genere nel lavoro e nella società. Dai dati Inps e Istat emerge un quadro preoccupante: divari salariali, contratti part-time forzati e violenze spesso legate a dinamiche di potere patriarcale.

Condizione femminile – La Cgil Genova sottolinea come, nonostante i cambiamenti avvenuti nel tempo, la società italiana rimanga "uomo-centrica". "Il potere, sia esso economico, sociale o culturale, è ancora saldamente in mano agli uomini", afferma il sindacato. L'indipendenza economica delle donne, indispensabile per un’effettiva parità, continua a essere ostacolata dalla mancanza di servizi sociali e da un’organizzazione del lavoro che penalizza il genere femminile.

Dati Inps – Nel 2023, le lavoratrici liguri del settore privato hanno registrato una retribuzione media annua di 17.995,70 euro, con un gender pay gap del 34,2% rispetto ai colleghi uomini (27.366,08 euro). La situazione è simile nel settore pubblico: le dipendenti donne hanno guadagnato in media il 25,3% in meno rispetto agli uomini, con un divario di oltre 10.600 euro annui. Il part-time è un’altra criticità: una donna su due ha un contratto a tempo parziale, contro un uomo su cinque.

Violenza sul lavoro – Discriminazioni, ostacoli alla carriera e molestie rappresentano una forma di violenza strutturale. La Cgil chiede interventi nei contratti collettivi di lavoro e codici contro le molestie sessuali, oltre ad azioni positive per promuovere la parità, come previsto dalla Legge 125/91.

Dati Istat – Nel 2023, in Liguria si sono verificati 12 omicidi: 4 vittime erano donne, tutte uccise da partner o ex partner. Questo dato, sottolinea la Cgil, evidenzia la necessità di un’azione culturale che affronti alla radice il fenomeno del patriarcato.

Proposte – Tra le misure richieste, la conciliazione tra tempi di vita e lavoro, politiche aziendali inclusive e strumenti di monitoraggio per la produttività più moderni. Solo un approccio sistemico può ridurre le disuguaglianze.