Chiavari, delitto Nada Cella: spunta una nuova supertestimone
di Redazione
Intanto si stringe il cerchio attorno all'autrice di una telefonata anonima
Spunta una nuova testimone nella vicenda della morte di Nada Cella, la segretaria massacrata a Chiavari il 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco dove lavorava. La donna è stata sentita a gennaio in procura dalla pm Gabriella Dotto, in un supplemento di indagine, dopo la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell'udienza preliminare.
La testimone, trovata dalla criminologa Antonella Delfino Pesce (foto dal profilo Facebook) e dall'avvocato Sabrina Franzone (che hanno permesso la riapertura delle indagini nel 2021 grazie alla rilettura delle carte di allora e nuovi accertamenti), avrebbe confermato che Soracco e Annalucia Cecere si conoscevano e si frequentavano all'epoca. Quest'ultima è sospettata di avere ucciso Nada in un impeto di gelosia e rabbia.
Ieri c'è stata l'udienza preliminare che vede imputati la Cecere (difesa dall'avvocato Giovanni Roffo), Soracco e la sua anziana madre Marisa Bacchioni (difesi dall'avvocato Andrea Vernazza). Il commercialista e la mamma sono accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm: avrebbero saputo che a uccidere era stata l'ex insegnante perché la videro sul luogo del delitto ma hanno sempre coperto la donna. La decisione sull'eventuale rinvio a giudizio o il proscioglimento è prevista per il primo marzo.
Intanto si stringe il cerchio sulla donna rimasta anonima che il 9 agosto 1996 telefonò alla Bacchioni dicendole di avere visto la Cecere la mattina dell'omicidio scappare dal palazzo. Sono tre le segnalazioni ritenute al momento più attendibili e su cui si stanno concentrando la criminologa e la avvocata. Una di queste porterebbe a una donna che lavorava nella casa di riposo Morando, a pochi metri dalla chiesa di san Giacomo di Rupinaro.
"Poteva trattarsi di una impiegata, di una addetta alle pulizie o alla cucina. In ogni caso veniva dalla val Fontanabuona - scrive su Facebook la Delfino Pesce - e aveva l'abitudine di posteggiare l'auto (una utilitaria) davanti ai lavatoi. In alternativa potrebbe essere stata impiegata in una impresa di pulizie di Rupinaro".
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