Coldiretti, il 24% delle famiglie ai fornelli per preparare conserve fai da te
di Redazione
In Liguria si parte a luglio con le acciughe sotto sale, mentre la passata di pomodoro è la regina di settembre (in attesa dei funghi sott'olio)
L'esperienza casalinga accumulata durante il lockdown, quando un po' tutti ci siamo improvvisati chef sperimentando preparazioni più lunghe e complesse, sembra aver fatto riscoprire un'arte antica, quella delle conserve.
Secondo uno studio diffuso da Coldiretti, quest’anno quasi una famiglia italiana su quattro (24%) si è messa al lavoro tra pentole e vasetti nella preparazione di conserve fatte in casa. In Liguria si è iniziato a luglio con le acciughe sotto sale del mar Ligure e le classiche marmellate di fichi e frutti di bosco, per proseguire fino all’autunno con le conserve di frutta e verdura locale e la preparazione della passata di pomodoro. Con il procedere dell'autunno si passerà ad altre preparazioni tradizionali della nostra regione, primi fra tutti i funghi sott'olio o seccati.
La preparazione delle conserve fatte in casa secondo una tradizione del passato sembrava destinata a perdersi, ma è tornata di grande attualità con la pandemia insieme alla voglia di cucinare: la spesa alimentare domestica è aumentata a livello nazionale di 10 miliardi di euro nel 2020 secondo una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Ismea relativi al primo semestre.
L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise regole. La sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione, che valgono per il settore agroindustriale ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.
Il rinato interesse per le conserve, sottolineano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa Coldiretti in una nota stampa, può portare a dei vantaggi per l'intera agricoltura italiana, permettendo di evitare le importazioni di alimenti congelati dall'estero e aumentando gli acquisti a chilometro zero dai coltivatori locali.
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