Coronavirus, la proposta: al mare con divisori in plexiglass
di Eva Perasso
I disegni di una ditta di Modena virali sul web, impossibile da attuare in Liguria
Come andremo al mare - se ci andremo - in questa estate 2020 ormai alle porte? Tra le ipotesi, vere o meno, che in queste ore circolano sui social e viaggiano trottando nelle chat di Whatsapp ce ne è una di una ditta di Serramazzoni in provincia di Modena che propone ombrelloni e sdraio debitamente distanziate e protezioni rinforzate grazie a paratie in plexiglass a dividere - e rinchiudere - i bagnanti.
Gli schizzi e i rendering sono molto chiari: al posto del piccolo spiazzo dedicato a ogni singola famiglia si potrebbe optare per un cubo (aperto, ovviamente, sul tetto), la cui base è in sabbia di dimensioni di 4,5 metri per lato. I moduli di plexiglass sarebbero tre da 1,5 metri l'uno, con un ingresso laterale, e un'altezza per modulo di 2 metri. Una delle pareti, o due, o tre, a seconda dell'incastro, confinerebbero con i vecchi "vicini di ombrellone", diventati ormai vicini di cubo. All'interno di ogni struttura gli spazi sarebbero consoni per ospitare ombrellone e due sdraio, mantenendo anche nello stesso nucleo familiare la distanza auspicata di un metro.
Serio o faceto, l'Italia si organizza per ipotizzare la stagione balneare e le nuove postazioni da spiaggia attrezzata fanno il giro della Rete. Di certo a Modena non hanno pensato alla Liguria, alle sue scogliere, alle spiagge sassose, scoscese, impervie e straordinariamente belle. E sui social c'è già chi ci ride su e pensa all'insolazione e alla sauna, tra quelle pareti, cui saremmo costretti senza nemmeno godere di un po' di brezzolina marina.
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