Covid, il sottosegretario Costa: "Valutiamo se prolungare l'obbligo di mascherina sui mezzi pubblici"
di Redazione
"In generale l'uso al chiuso dovrebbe passare da obbligo a semplice raccomandazione, ma stiamo esaminando alcune situazioni"
"Credo che da parte dei cittadini dopo due anni ci sia una responsabilità diversa: molti ancora indossano la mascherina all'aperto e per le mascherine al chiuso credo che ci siano le condizioni per trasformare un obbligo in una raccomandazione, ma stiamo valutando i luoghi in cui sarebbe opportuno prolungare l'uso delle mascherine al chiuso come i mezzi di trasporto". Lo ha detto il sottosegretario alla salute Andrea Costa, sottolineando che "anche se togliessimo l'obbligo, sono convinto che molti cittadini continueranno a indossare le mascherine se lo ritengono opportuno".
"Siamo di fronte ad una fase nuova e con l'1 maggio il green pass sarà uno strumento non più richiesto. Oggi c'è dunque uno scenario per cui è possibile non richiederlo più. Questo allentamento è possibile grazie alla parte del Paese che si è responsabilmente vaccinata: diamo cioè così la possibilità a chi irresponsabilmente non si è vaccinato di poter tornare a fare una serie di attività".
Lo ha affermato a Rainews24 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Rispetto alla situazione epidemiologica in Italia, Costa ha rilevato che vi è un "aumento dei contagi ma, fortunatamente, non vi è un aumento della pressione sugli ospedali. Probabilmente - ha aggiunto - siamo in una fase di passaggio verso l'endemia, ma ovviamente il vaccino protegge da conseguenze gravi della malattia e permette così agli ospedali di continuare nella attività ordinaria".
Quanto alla nuova variante Xe, "dobbiamo attendere maggiori dati, ad oggi non abbiamo cioè dati sufficienti per poter ipotizzare uno scenario". Fondamentale, ha evidenziato, "è proseguire con la campagna di vaccinazione: bisogna ribadire l'invito ai 4 mln di italiani non ancora vaccinati di effettuare il ciclo vaccinale". A settembre, ha concluso Costa, "valuteremo gli scenari e eventuali nuovi varianti, ma oggi grazie alla responsabilità dei cittadini siamo di fronte al 92% di italiani vaccinati e questo ci fa affrontare con serenità maggiore i prossimi mesi".
Ai profughi ucraini "è giusto offrire accoglienza e assistenza ma sulla vaccinazione credo che dobbiamo esser rigorosi e creare le condizioni per far sì che chi non si è vaccinato lo faccia, perché è un elemento di garanzia e tutela per loro stessi, ma è uno strumento di tutela anche per la nostra comunità che li accoglie". Così il sottosegretario alla salute Andrea Costa in merito alla assistenza sanitaria fornita ai profughi ucraini e alle vaccinazioni. "Ad oggi - ha aggiunto - dalle regioni non arrivano particolari situazioni di criticità ma è una situazione che dobbiamo monitorare".
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