Covid, nuovi casi in calo del 28%. Scendono anche ricoveri e terapia intensive
di Marco Innocenti
I dati del nuovo report della Fondazione Gimbe sulla settimana 2-8 febbraio
Dal 2 all'8 febbraio, i nuovi casi di Covid-19 in Italia vedono, per la seconda settimana consecutiva, una netta flessione registrando un -27,9%. Sono stati, infatti, 649.345 rispetto ai 900.027 della settimana precedente. Un calo dovuto, "in parte alla minore circolazione del virus, documentata dalla riduzione del tasso di positività dei tamponi, e in parte alla riduzione dei tamponi" che, tra antigenici e molecolari, nello stesso arco di tempo è calata del 15,5%. Lo rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, da cui arriva il monito: "i dati legittimano cauto ottimismo, non mosse azzardate".
In questa stessa settimana, ad eccezione di Calabria, Sardegna e Sicilia (sulla quale pesano i ricalcoli dell'ultima settimana), in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi, che vanno dal -9,4% della Basilicata al -50,4% della Valle d'Aosta. Ma sono ancora 70 le Province con incidenza superiore ai 1.000 casi per 100.000 abitanti, distribuite in tutte le Regioni ad eccezione di Molise e Valle d'Aosta.
Sempre secondo Gimbe, c'è stata una riduzione del 7,7% dei ricoveri con sintomi, che sono stati 18.337 rispetto ai 19.873 della settimana precedente. Allo stesso modo, si vede anche una riduzione dell'11,2% dei ricoveri nelle terapie intensive, che sono stati 1.376 rispetto a 1.549. Mentre non accennano a calare i decessi, che sono stati 2.587 (+0,2%), di cui 251 riferiti a periodi precedenti.
Secondo il nuovo monitoraggio della Fondazione, per quanto riguarda la fascia 5-11 anni, 1.283.289 bambini hanno ricevuto almeno una dose (di cui 761.023 hanno completato il ciclo), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 34,9% ma, anche in questo caso, con molte differenze regionali: si va dal 18,9% della Provincia Autonoma di Bolzano al 51,5% della Puglia. "Questi dati - si legge nel report - portano a due considerazioni: se da un lato il fatto che oltre 1,7 milioni di persone siano entrate in contatto con il virus alza il livello di immunità della popolazione, dall'altro il numero di persone non protette da Covid-19 è ancora molto elevato e, soprattutto, l'immunità derivante dall'infezione cala progressivamente nel tempo, confermando la necessità di vaccinarsi entro 6 mesi dall'avvenuto contagio".
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