Covid, stop obbligo mascherine nei reparti con fragili, Bassetti: "Segno del ritorno alla normalità"
di Redazione
"Vanno utilizzate quando servono e in maniera appropriata, e non per una imposizione di legge"
Le mascherine all'interno dei reparti ospedalieri e delle residenze socio-sanitarie che ospitano pazienti fragili non saranno più obbligatorie, ma il loro utilizzo è demandato alla valutazione dei direttori sanitari. Lo prevede la nuova circolare del ministero della Salute emanata oggi, dopo la scadenza il 30 giugno dell'ordinanza che sanciva l'obbligo delle mascherine in tali contesti. "Si raccomanda ai direttori sanitari delle succitate strutture, in quanto titolari delle funzioni igienico-sanitarie - si legge - di valutare l'opportunità di disporre l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei propri contesti".
"È segno del fatto che siamo finalmente ritornati alla normalità, ed è una decisione saggia e condivisibile". Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, commenta la nuova circolare del ministero della Salute che demanda ai direttori sanitari la valutazione per l'utilizzo della mascherina nei reparti con la presenza di soggetti fragili, dopo la decadenza dell'obbligatorietà di utilizzo di tale dispositivo di protezione previsto dall'Ordinanza scaduta il 30 giugno. "Assistevamo ormai anche a situazioni paradossali - ha rilevato Bassetti - in cui visitando un paziente fragile in ambulatorio non vi era obbligo di mascherine mentre lo stesso paziente visitato in reparto prevedeva tale obbligo". Il concetto, sottolinea l'esperto, è che la mascherina "va utilizzata quando serve ed in maniera appropriata, e non per una imposizione di legge. D'altro canto medici e specialisti sanno bene quando usarla, ovvero in determinate situazioni o in sala operatoria. L'obbligatorietà va bene in alcuni momenti e situazioni, ma oggi le circostanze sono diverse e la caduta dell'imposizione è una evoluzione". Per un "completo ritorno alla normalità", tuttavia, secondo Bassetti manca ancora un passaggio: "Bisogna spiegare ai responsabili delle strutture sanitarie che non ha più senso richiedere il tampone agli asintomatici perché oggi il virus Sars-CoV-2 non è l'unico in circolazione e inoltre, grazie all'immunità acquisita e diffusa grazie alle vaccinazioni, è ormai molto più affrontabile"
La circolare 'Raccomandazioni sull'utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute', firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, "raccomanda" ai direttori sanitari delle strutture sanitarie di "valutare l'opportunità di disporre l'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei propri contesti, tenendo conto della diffusione dei virus a trasmissione aerea, delle caratteristiche degli ambienti nonché della tipologia di pazienti, lavoratori o visitatori che li frequentano, in funzione del livello di rischio di infezione e/o trasmissione (ad esempio in presenza di sintomatologia respiratoria o in considerazione della stagionalità) e del potenziale di sviluppo di malattia grave in caso di esposizione". Per quanto riguarda il personale, i direttori sanitari "metteranno in campo ogni misura relativa alla tutela della loro salute". Ciò tenuto conto della decadenza delle disposizioni previste dall'Ordinanza dicembre 2023 'Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'epidemia da Covid-19 concernenti l'utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie' e valutato "l'attuale andamento clinico-epidemiologico dell'infezione da SarsCoV2 e delle sindromi simil-influenzali, la disponibilità di vaccini contro le principali infezioni respiratorie acute virali, le aumentate capacità diagnostiche e le evidenze scientifiche sulla efficacia dei dispositivi di protezione individuale per ridurre la trasmissione virale". Le raccomandazioni sono volte al controllo della diffusione dei virus respiratori nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese quelle di ospitalità e lungodegenza. Si raccomanda, inoltre, di "potenziare con adeguata informazione al personale, ai pazienti e, in generale, a tutti coloro che sono presenti nelle richiamate strutture, le misure igieniche e di precauzione quali: lavaggio frequente delle mani, pulizia costante degli ambienti e disinfezione delle superfici con disinfettanti attivi contro i microrganismi, adeguata ventilazione, corretta gestione dei rifiuti". Nei presidi dove non è previsto il direttore sanitario spetta al legale rappresentante dell'Ente, d'intesa con il medico competente, individuare le opportune misure di protezione.
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