Covid sui bus, lo studio UniGe-Amt: "Se tutti con mascherina, rischio quasi nullo"
di Marco Innocenti
Dalle simulazioni emerge che un soggetto infetto può contagiare da 4 a 17 persone ogni 100mila viaggiatori
Sono stati presentati i risultati della ricerca dell'Università di Genova sui mezzi pubblici AMT Genova "Modello di simulazione a supporto delle strategie di protezione dal COVID-19: applicazioni al trasporto pubblico urbano". Università di Genova e AMT hanno siglato nei mesi scorsi un protocollo di collaborazione che amplierà e rafforzerà le attività congiunte già avviate negli anni scorsi. Nell’ambito delle attività previste dal protocollo si è individuata l’opportunità di uno studio sul tema della diffusione del contagio Covid a bordo dei mezzi pubblici; tema di grande attualità e spesso affrontato senza i necessari approfondimenti.
All’Università di Genova, sin dagli inizi della pandemia, si è costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare formato da ricercatori medici, chimici e ingegneri, allo scopo di integrare le diverse competenze al fine di studiare la probabilità di contagio in ambienti chiusi. Ne fanno parte Lorenzo Ball del Dipartimento di Scienze Chirurgiche e diagnostiche integrate, Maurizio Ferretti e Valentina Caratto del Dipartimento di Chmica e Chimica Industriale, Carlo Cravero e Davide Marsano del Dipartimento di ingegneria meccanica, energetica, gestionale e dei trasporti.
Uno dei settori sui quali il gruppo si è concentrato è stato quello relativo alla sicurezza del trasporto pubblico, strategico nella fase di ripresa delle attività per garantire, nella massima sicurezza per gli utenti, i servizi e i collegamenti con le attività produttive e commerciali. Grazie alla collaborazione e disponibilità dell’azienda di trasporto pubblico AMT Genova è stato possibile sviluppare, mettere a punto e validare sperimentalmente una metodica che permette di stimare il rischio di contagio su simulazioni di autobus da trasporto in differenti condizioni di servizio.
La trasmissione del virus COVID-19 da persona avviene prevalentemente attraverso le goccioline emesse dal paziente infetto mentre respira, parla, emette di colpi di tosse o starnutisce. La possibile distanza raggiunta da queste goccioline, droplet, dipende dalle dimensioni delle stesse, dalle condizioni di aerazione dell’ambiente e dall’adozione di misure protettive individuali, in particolare le maschere che coprono naso e bocca. Le particelle più piccole persistono nell'aria per periodi di tempo maggiori e la ventilazione dell’ambiente, indotta da sistemi di aria condizionata o di aereazione, ne può influenzare la distribuzione negli ambienti.
Il lavoro di ricerca del gruppo dell’Università di Genova ha tenuto in considerazione diversi aspetti nel simulare vari scenari di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico come il tipo di autobus utilizzato e le effettive condizioni del sistema di condizionamento e di apertura dei finestrini, per garantire la massima affidabilità del modello nel prevedere la distribuzione del flusso d’aria e quindi il potenziale rischio di contagio in presenza di un passeggero infetto. Il modello di simulazione utilizza complesse tecniche, dette di fluidodinamica computazionale, basate su metodiche già sperimentate e sui dati disponibili sulla capacità di diffusione di COVID-19 che permettono di studiare in modo efficace la quantità e distribuzione delle particelle che è possibile riscontrare all’interno del mezzo di trasporto a seguito di una determinata permanenza e con date condizioni di funzionamento. Per le analisi è stato selezionato il modello di autobus Mercedes Citaro G lungo 18 metri, un importante riferimento nel parco circolante della città di Genova nelle tratte urbane di medio-lunga percorrenza e alta capacità di carico.
Tutte le analisi hanno confermato che, anche in caso di permanenza di 30 minuti sul mezzo, in presenza di un soggetto infetto, il rischio di contrarre infezione da parte degli occupanti è basso nel caso in cui tutti, ovvero il passeggero infetto e i potenziali passeggeri a rischio, indossino correttamente la mascherina, anche solo di tipo chirurgico. Tale margine di sicurezza si riduce se il soggetto positivo non indossa la mascherina e cresce ulteriormente qualora nemmeno gli altri passeggeri indossino la protezione. Tramite i risultati delle simulazioni è possibile quantificare la probabilità di contagio e quindi stimare il numero di contagi aggiuntivi, associato all’uso del mezzo pubblico, ogni 100.000 persone.
Per la serie di simulazioni effettuate su una casistica di situazioni associate all’uso del mezzo, è stato stimato un numero aggiuntivo di contagi ogni 100.000 utenti che va da 4 a 17. Con riferimento ad uno studio pubblicato su Nature, effettuato con un approccio statistico tramite tracciamenti reali, si evidenzia che Il rischio associato all’uso del bus, se tutti indossano la mascherina, si attesta sui valori minimi rispetto alle altre attività. I risultati dello studio, che vengono presentati in questo momento di parziale riapertura di scuole superiori e attività, sono quindi tali da rassicurare i cittadini genovesi sull’uso del trasporto pubblico in tranquillità. L’auspicio dell’Università e di AMT è quindi che, con le precauzioni raccomandate dallo studio, vi sia un progressivo ritorno al regolare utilizzo del trasporto pubblico.
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