E Draghi (un po' a sorpresa) ricorda il sindaco Campart
di Wanda Valli
Gentiluomo, esponente repubblicano, fu l'amministratore che aprì ufficialmente l'operazione Expò e restituì il mare alla nostra città
Ha guidato Genova dal 1985 al 1990, con modi gentili ma determinati, con un’educazione civica e civile che non nascondeva, non si ritraeva, da scelte precise E’ stato il sindaco gentiluomo, Cesare Campart, repubblicano con l’animo aperto, padre ufficiale dello sposalizio tra terra e mare, che si identifica nell’Expò. E proprio di questa particolarità, l’aver idealmente buttato giù la barriera tra città e mare, ha parlato il presidente del Consiglio Mario Draghi, a palazzo San Giorgio di fronte agli imprenditori, ricordando questo sindaco che sottolineava l’importanza di recuperare “la valenza del mare per il porto e la vivibilità della città”.
E’ venuto per salutare anche Genova, il premier, e per sottolineare che nessuno ha dimenticato la città squarciata dal crollo del ponte Morandi, che si è rialzata in silenzio, con una tenacia che non si è concessa ostacoli. Grazie anche al ponte che Renzo Piano ha regalato alla sua Genova. Il sindaco Campart amava ripeterla l’idea dello “sposalizio tra mare, porto e città” forse perché metteva insieme cose che ammirava o amava: dal mare al vecchio porto, ora riuniti e trasformati nell’Expo.
Era stata una battaglia dura, in quel finire del secolo scorso, ottenere i finanziamenti statali per quella trasformazione, ma lui, dietro il sorriso gentile, guidava gli altri amministratori nei palazzi romani senza cedere. E, alla fine, vincere. Farmacista a Nervi, Cesare Campart ha vissuto la politica come una passione tanto profonda, quanto determinata. E il premier Draghi, si è soffermato sul ruolo dell’Expò, lo ha raccontato come un “momento di svolta” per Genova tutta, dagli abitanti alle imprese, alle fabbriche. Ora la sfida si chiama Pnrr, i soldi che arriveranno dall’Europa.
Draghi parte dal porto, per illustrare le sue promesse per il futuro: dalla diga foranea, all’alta velocità, al potenziamento del nodo ferroviario di Genova che ancora sembra una chimera. E poi il Terzo Valico. Genova cambierà radicalmente, promette il premier, i suoi abitanti vivranno meglio in case popolari ben costruite, che piaceranno anche ai giovani decisi a lavorare qui, vicino alle colline, davanti al mare. A ricordarlo, con il sorriso, con l’eleganza innata, vien da pensare che la “nuova Genova promessa” sarebbe piaciuta molto al sindaco Campart.
Ci ha lasciato pochi anni fa, con il capolavoro a cui aveva tanto contribuito, l’Expo, che ora è la zona forse più amata della città. Quella che ha cambiato il Centro Storico, l’ ha trasformato in un quartiere certo multietnico dove le razze si rispettano. Come faceva lui, il sindaco gentiluomo, con gli avversari politici.
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