Elezioni, Tari, Salis: "Sistema inefficace, va riportato a equità". Gambino: "185 milioni di debiti Pd, smettila di prendere in giro Genova"
di Redazione
"Servizio scadente e troppo costoso, va ristrutturato", "Populismo tossico che ha già distrutto la città una volta"

Botta e risposta tra Silvia Salis, candidata per il centrosinistra alla carica di sindaco di Genova, e Sergio Gambino, assessore comunale e ricandidato per Fratelli d'Italia.
Scrive Silvia Salis: "I genovesi pagano una delle TARI più alte d’Italia, ma il servizio offerto non è all’altezza del costo. È il segnale di un sistema che non funziona come dovrebbe: un paradosso evidente. Una città è davvero viva quando ogni angolo racconta cura, attenzione e rispetto per chi la abita. A Genova, da troppi anni, questa cura sembra mancare e la qualità della vita ne risente, in modo diverso da quartiere a quartiere. La nostra città ha bisogno di un nuovo modello per la gestione dei rifiuti: efficace, sostenibile e trasparente. Serve costruire un ciclo virtuoso, con obiettivi chiari, un cronoprogramma pubblico e verificabile, e soprattutto l’impegno a riportare la TARI a livelli equi, sia per le famiglie che per le imprese. Il primo passo è rendere AMIU un vero e proprio asset industriale per la città, in grado di potenziare la raccolta differenziata e migliorare concretamente la qualità della vita in ogni quartiere. Non è solo una questione tecnica: è una scelta politica, che parla di giustizia, sostenibilità, responsabilità. Perché una Genova pulita è una Genova più giusta".
A stretto giro la replica di Sergio Gambino: "Tari, finalmente è arrivata la Salis con la soluzione a un problema creato proprio dai suoi nuovi amici del PD. Nel 2017 abbiamo ereditato 185 milioni di euro di debiti contratti con Amiu dalla stessa sinistra che oggi ha il coraggio di tornare a pontificare e dare lezioni, come se il danno non lo avessero fatto loro. Gli stessi che oggi si ripresentano con il sorriso di chi pensa che i cittadini abbiano la memoria corta. Ma i genovesi ricordano. A differenza della Salis, che in quegli anni era troppo impegnata a lanciare il martello. Noi continuiamo a lavorare per sistemare i disastri ereditati, con un progetto cristallino e una visione concreta per arrivare ad abbassare davvero la Tari, quella tassa che proprio loro hanno reso un esborso gravoso per molte famiglie genovesi. Nel frattempo la Salis parla. Solo parla. Incarna quel populismo tossico che ha già distrutto questa città una volta: viene a parlare di soluzioni, ma non sa nemmeno da dove cominciare. Solo propaganda, fuffa, retorica da palco. Ridurre la Tari non è uno slogan da campagna elettorale: è un obiettivo che si raggiunge con lavoro, investimenti e visione, non con post indignati e frasi fatte da talk show di terzo livello. Chi oggi promette la luna senza spiegare come, sta solo cercando voti facili sulla pelle dei cittadini. Ma i genovesi non sono stupidi: stanno già pagando caro gli errori del passato e non si faranno fregare di nuovo. Noi abbiamo progetti, numeri e risultati. Loro? Fumo negli occhi. Basta Salis, smettila di prendere in giro Genova".
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