Emmanuel Diaz sul Ponte Morandi: "Mio fratello assassinato. Un dovere essere qui"
di Gregorio Spigno
Suo fratello perse la vita nel crollo, lui si batte per avere giustizia: "Niente mi addolora come quel 14 agosto"
Emmanuel Diaz, rimasto orfano di un fratello dopo il crollo del Ponte Morandi, ha espresso le sue sensazioni poco prima di entrare nell'aula per il secondo incidente probatorio per il Morandi: "Niente mi addolora come quel 14 agosto. Avevano già riscontrato che il Ponte Morandi fosse fortemente corroso, la verità si intuiva già nel 2018. Io capisco il dolore di tante persone, ed è umiliante anche per me: gli avvocati poi cercano di smontare verità tangibili".
Diaz è uno dei pochi presenti tra coloro che sono stati direttamente colpiti dal crollo del ponte: "Per me non è un orgoglio venire qui, ma un dovere. Mio fratello, nei suoi progetti, era minuzioso: io ora devo agire con la sua stessa determinazione. Le emozioni sono sempre tante. Quando mi alzo per presenziare in udienza mi ricordo subito il motivo: l'assassinio di mio fratello. Più passa il tempo e più mi rendo conto di cosa sia accaduto. La sua assenza pesa sempre di più".
Capitolo politico: "La crisi di Governo complica ulteriormente tutto. La politica ha fatto ben poco, se non per la rapidità con cui è stato ricostruito il ponte. Mi viene da pensare che in Italia i danni che si creano non siano poi così importanti. La revoca delle concessioni potrebbe essere possibile e va studiata, perchè la vita va tutelata. Ma la questione è umana, non politica. Queste persone si sono messe a giocare con le nostre vite, e ne erano coscienti già nel 2014, quando riscontrarono che il ponte era a rischio crollo".
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